Wunderama - Flora e fauna con un click
22. novembre 2017
Azione.ch / Marco Martucci - È stata presentata in questi giorni l’applicazione digitale wunderama.ch, frutto della collaborazione fra il Museo cantonale di storia naturale e il Laboratorio cultura visiva della Supsi – Dipartimento ambiente costruzioni e design.
Ma andiamo con ordine. Un territorio di lunghezza inferiore ai cento chilometri e che, nella sua parte più ampia, è largo all’incirca la metà può apparire esiguo e non destare particolare interesse. Ma questo cambia se si pensa che questa superficie si estende da una quota di poco meno di duecento metri sul livello del mare fin oltre i 3400 metri e che è solcata da valli lunghe, profonde e strette, valli che penetrano salendo di poco fino al cuore di alte montagne. E che, a distanza di poche centinaia di metri lungo la verticale si passa da un ambiente quasi mediterraneo a zone decisamente artiche. Ed è così che questo piccolo territorio comincia a rivelarsi degno di attenzione.
Avrete di certo intuito che stiamo parlando del nostro cantone Ticino, collegamento e passaggio fra la Pianura padana e l’area mediterranea con il cuore delle Alpi fino all’Europa centrale. Proprio per la sua posizione e topografia, l’ambiente naturale del Ticino è variato e ricco di biodiversità, con numerosi e diversificati ecosistemi. Si passa dai grandi laghi insubrici, Ceresio e Verbano, ai piccoli e numerosi (sono oltre cento) laghetti alpini, dai boschi di latifoglie, castagni, faggi, betulle, a quelli di aghifoglie, abete rosso e bianco, pino mugo e pino cembro, da vere e proprie tundre alpine ai prati secchi, dai fiumi ai torrenti, da zone umide ad ambienti aridi, dalle colline dolcemente arrotondate alle aguzze e frastagliate vette, dove non mancano neve e ghiacciai.
Tutta questa varietà di ambienti offre habitat altrettanto variati a numerose specie: animali, piante, funghi, licheni. Con quasi 3600 specie di funghi cosiddetti «superiori», ossia con corpi fruttiferi visibili ad occhio nudo, il Ticino è stato definito un vero e proprio paradiso micologico. Vi si trova davvero un po’ di tutto, dai funghi delle latifoglie a quelli di conifera, dai funghi dei prati a quelli della zona alpina.
Anche le piante sono ben rappresentate. Punto d’incontro fra ben tre diversi complessi di vegetazione europei, il Ticino ospita oltre 1900 specie di piante vascolari, dunque senza tener conto dei muschi, che rappresentano il 70 per cento della flora svizzera. Più di cinquanta sono specie endemiche, presenti in Svizzera solo in Ticino; fra queste, la stupenda peonia e l’asparago selvatico.
La fauna del Ticino, almeno per quanto riguarda gli animali piccoli come, fra gli invertebrati, in particolare ragni e insetti, è ancora in buona parte sconosciuta. Le specie di mammiferi note superano la sessantina e, fra questi, una ventina sono chirotteri, pipistrelli.
Fra i mammiferi più noti troviamo il cervo, il capriolo, il camoscio e lo stambecco, oltre alla marmotta, alla volpe e allo scoiattolo. Buone conoscenze si hanno sugli uccelli di cui si contano circa trecento specie osservate, fra stanziali, nidificanti e quelle che trovano da noi luogo di sosta durante le migrazioni. Ma il nostro territorio è ricco anche di testimonianze di creature da lungo scomparse, i fossili. Il Monte San Giorgio è noto a livello mondiale per la ricchezza e unicità dei suoi fossili del Periodo Triassico. Il nostro territorio, infine, ha molto da offrire anche nel mondo minerale. Le sue rocce e i suoi minerali sono da tempo ben conosciuti e apprezzati. Ecco fra i tanti minerali, il quarzo con i suoi tipici e bei cristalli e l’azzurro distene del Pizzo Forno, noto ben oltre i nostri confini.
Per esplorare e conoscere tutte queste ricchezze naturali del Ticino, per vederle e toccarle con mano, ci vogliono anni e anni e, probabilmente, non basta una vita. Ecco allora che vengono in aiuto libri, pubblicazioni, documentari, che non mancano. Una maniera molto efficace per conoscere in modo completo e breve la natura di un Paese è la visita a un museo di storia naturale. Anche noi ne abbiamo uno: è il Museo cantonale di storia naturale. In un paio d’ore si può compiere al suo interno un’escursione naturalistica dal Mendrisiotto alla Val Bedretto, attraverso lo spazio e il tempo. Diorami ricostruiscono i principali ambienti; fossili, minerali, funghi si offrono al nostro sguardo e alla nostra attenzione. Ma il Museo non ha solo un compito espositivo e divulgativo. Attraverso i suoi specialisti studia e ricerca sul campo, cataloga e raccoglie, accrescendo le conoscenze sul nostro ambiente naturale e conservando per il futuro preziose testimonianze. Ma, come ogni altro museo, non tutto, anzi solo una piccola parte delle collezioni è esposta e poi, anche se l’ingresso è gratuito, ci sono giorni e orari di chiusura e al suo interno non ci stanno migliaia di persone.
Per questo motivo, a partire da questo novembre, viene proposta una grande e originale novità. Il Museo si apre al mondo digitale, offrendo, attraverso la presentazione di alcuni fra i suoi reperti più interessanti, una presenza ventiquattr’ore su ventiquattro rivolta a tutti gli interessati, senza limiti di orari e di numero. L’innovativo progetto si chiama Wunderama. Un nome che non nasce dall’imperante inglese, ma da una parola tedesca e da una greca: «Rama», come in panorama o diorama, viene dal greco hórama, vista, e «Wunder», che in tedesco sta per miracolo o meraviglia, è parte del termine Wunderkammer, stanza delle meraviglie. Erano, queste Wunderkammer, diffuse ben oltre l’area germanofona, dei locali nei quali erano esposte le curiosità, le bizzarrie di una natura, spesso esotica, come coccodrilli impagliati, ornitorinchi o vitelli con due teste imbalsamati, messi lì, più che per istruire, per stupire. I moderni musei di storia naturale, come il nostro, non sono più delle Wunderkammer, anche se riescono benissimo, con altri mezzi e altri intenti, a suscitare stupore, meraviglia e curiosità e, chissà, in qualche sotterraneo conservano ancora oggi reperti di antiche Wunderkammer, che fan pur sempre parte della nostra storia.
Attraverso la grande rete si crea così una sorta di «museo diffuso» che si presenta con una scelta degli oggetti delle sue collezioni. Ne verranno proposti 52, uno alla settimana per la durata di un anno e, attraverso i social network come Facebook, Twitter o Whatsapp, chat e messaggi, potranno essere condivisi e raggiungere un pubblico sempre più vasto, facendo conoscere sempre meglio il Museo e in tal modo promuovendo curiosità e sensibilità verso il nostro ambiente naturale.
Ogni tema sarà presentato da un’immagine, un disegno sottoforma di sticker, da una breve descrizione completata da un link a Wikipedia, con testi verificati, ampliati o redatti dallo stesso Museo. Al biancone, Circaetus gallicus, raro uccello rapace, simbolo del Museo, è stata affidata l’inaugurazione di Wunderama.ch. Lo seguono il gambasecca, curioso funghetto dei nostri prati e i foraminiferi, microscopici orologi del tempo geologico. Gli altri seguiranno di settimana in settimana, di certo pronti a sorprenderci, a solleticare la nostra curiosità, a invogliarci a esplorare e conoscere il nostro prezioso ambiente naturale.