UN'ECONOMIA VERDE
30. agosto 2016
C'è uno strumento che permette di rispondere a questa domanda: l'overshoot day (www.footprintnetwork.org/it). L'Earth overshoot day indica il giorno dell'anno in cui l'umanità esaurisce il budget ambientale a sua disposizione. Nel 1961, anno in cui è stato fondato il l'umanità consumava «solo» il 74% delle enormi risorse messe a disposizione dal pianeta, quindi non esauriva mai, nel corso dell'anno, il capitale naturale del pianeta. All'inizio degli anni Settanta abbiamo per la prima volta mangiato tutto il budget a disposizione. Da allora, per arrivare a fine anno, l'uomo è costretto a intaccare una fetta sempre più grande del capitale naturale. Da un lato, infatti, la popolazione e i consumi sono in costante crescita. Dall'altro il capitale si esaurisce, proprio come un conto in banca, e genera quindi interessi inferiori. La spirale è preoccupante: nel 1993 l'overshoot day cadde il 2 ottobre, nel 2003 fu il 21 settembre e nel 2013 il 20 agosto. L'anno scorso è coinciso con il 13 agosto e quest'anno abbiamo esaurito le risorse l'8 agosto. La risposta alla domanda iniziale è quindi chiara: l'economia è tuttora insostenibile. Urge cambiare rotta. Anche la Svizzera, malgrado una buona legislazione ambientale, contribuisce non poco al saccheggio delle risorse ambientali terrestri. Con la globalizzazione dell'economia abbiamo anche cominciato ad esportare l'impatto ambientale necessario per la produzione dei beni di consumo. Se acquistiamo, ad esempio, prodotti contenenti olio di palma siamo corresponsabili della deforestazione in Asia. Con l'acquisto di carne siamo partecipi della deforestazione in Sud America e di importanti emissioni di gas serra. Eppure basterebbe ridurre il consumo settimanale di carne da due kg a trecento grammi per produrre una tonnellata in meno all'anno di anidride carbonica (oggi ne emettiamo, come svizzeri, tredici tonnellate pro capite all'anno!). Complice anche il nostro elevato tenore di vita, se tutti gli abitanti del globo consumassero come la Svizzera, ci vorrebbero più di tre Terre per produrre le risorse ambientali necessarie in un anno. Ma di pianeta Terra ce n'è uno solo: dobbiamo giocoforza ridurre il consumo di risorse se vogliamo evitare il collasso dell'ecosistema terrestre nei prossimi decenni. L'esercizio non è semplice ma non è neppure impossibile. Ad esempio, uno dei consumi che maggiormente contribuisce ad esaurire il budget ambientale è quello di energie fossili non rinnovabili (petrolio, gas e carbone) insieme all'enorme superficie necessaria per assorbire la CO2 emessa dalla loro combustione. Grazie agli impegni per la salvaguardia del clima sottoscritti da molte nazioni, nel 2015 - per la prima volta da un secolo a questa parte - le emissioni globali di CO2 sono diminuite. Un piccolo ma importante segnale di speranza per le generazioni future di questo pianeta. Paesi come la Svizzera, che hanno poche risorse naturali ma sono grandi consumatori di beni, possono fare molto grazie al recupero e al riciclaggio delle materie prime. È quello che in pratica chiede l'iniziativa dei Verdi per un'economia verde. Un'iniziativa utile, attuale e necessaria. Non solo per i motivi ambientali appena descritti, ma perché un paese povero in risorse ambientali ha tutto da guadagnare dallo sviluppo di un'economia circolare basata sul recupero e il riciclo. Come avviene anche nel campo dell'energia, usare energia locale e rinnovabile invece che acquistarla all'estero, permette di mantenere importanti flussi finanziari e generare posti di lavoro, anche nelle zone periferiche. Per non parlare del fatto che l'indipendenza energetica è un obbiettivo anche di sicurezza strategica e geopolitica, da non sottovalutare di questi tempi. Voterò quindi un sì convinto il prossimo 25 settembre a favore dell'iniziativa per un'economia verde.