Un cestino per i nostri laghi
23. ottobre 2019
AZIONE - La presenza di plastiche nell’ambiente e in particolare delle microplastiche nei laghi resta un problema d’attualità e di non facile risoluzione. Come aveva evidenziato lo scorso gennaio lo studio promosso dal Dipartimento del territorio sulla presenza di microplastiche, i valori riscontrati nel lago di Lugano sono importanti. Nel Ceresio erano infatti state rilevate 213mila microplastiche per chilometro quadrato, in linea con i dati ottenuti nei laghi di Locarno e Lemano (220mila) da uno studio analogo effettuato nel 2014 dal Politecnico federale di Losanna, ma decisamente superiori alla media svizzera di 100mila per kmq (vedi «Azione» del 11.02.19). Da qui si sono pertanto adottate a livello cantonale ulteriori misure atte alla sensibilizzazione della popolazione attraverso articoli, comunicati e informazioni ai Comuni, e pure con vere e proprie iniziative sul campo come le due giornate di pulizia clean up lake, che il Dipartimento del territorio quest’anno ha proposto il 26 febbraio ad Agno e il 1. giugno a Magadino.
Diverse sono anche le singole iniziative nate per ridurre l’uso di alcuni imballaggi superflui e per evitare che la plastica venga dispersa nell’ambiente finendo quindi nelle acque dei fiumi, dei laghi e infine dei mari. Ma grossi quantitativi di rifiuti arrivano in ogni caso nelle acque del Ceresio, come ha potuto confermare anche Fabio Schnellmann, segretario del Consorzio pulizia delle rive e dello specchio d’acqua del lago Ceresio, in occasione di una giornata organizzata a Lugano quest’estate: «Come consorzio ci occupiamo della pulizia delle rive e delle acque del Ceresio e ogni anno recuperiamo circa 1200-1500 tonnellate di materiale. Per lo più si tratta di legname portato a valle dai fiumi, ma anche noi abbiamo potuto constatare negli ultimi anni un sensibile aumento della plastica, che viene da noi raccolta per essere riciclata o smaltita tramite il termovalorizzatore».
Le imbarcazioni utilizzate dal Consorzio non possono però recuperare tutti i rifiuti dispersi nelle acque del lago, non riuscendo a raggiungere per esempio alcuni porti (accessi troppo stretti) o non potendo trattenere le particole più piccole.
In aiuto a questo tradizionale metodo per la pulizia del lago, durante la giornata è stato presentato un modello di «cestino acquatico», il Seabin (dall’inglese sea= mare e bin= cestino), che è stato testato a inizio luglio presso il porto del Lido di Lugano. Seabin è un dispositivo che raccoglie plastiche e parte delle microplastiche in totale autonomia e in modo continuo, essendo dotato di una pompa che attira l’acqua nel raggio di circa 20-25 metri in condizioni di correnti ideali. L’acqua viene quindi filtrata ininterrottamente (fino a circa 25mila litri all’ora) da una rete con maglie di due millimetri di dimensioni, trattenendo così le plastiche e parte delle microplastiche galleggianti. Una volta pieno, come gli altri comuni cestini «terrestri», va svuotato: ha una capacità di circa 20 kg di rifiuti. L’apparecchio pesa circa 60 kg ed è alimentato da corrente elettrica con un consumo che i produttori stimano a meno di un euro al giorno.
Lanciato nel 2017, ha trovato sin d’ora circa 500 ubicazioni nei porti di tutta Europa (sette i dispositivi in Svizzera, sul Lemano e sul Lago di Costanza) ed è approdato ora anche in Ticino grazie all’interesse dimostrato dal Consorzio pulizia delle rive e dello specchio d’acqua del lago Ceresio e dal Municipio di Lugano.
Ideato dagli australiani Pete Ceglinski e Andrew Turton, questo strumento è un pilastro importante nel progetto internazionale PlasticLess®, promosso per ridurre l’inquinamento dei mari, dei laghi e delle darsene cittadine da LifeGate; società che supporta le imprese per migliorare la propria sostenibilità attraverso un’attività di consulenza, comunicazione e progetti ambientali.
Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate conferma la sua soddisfazione: «Siamo molto contenti di portare LifeGate PlasticLess® anche in Ticino, ampliando la nostra offerta in Svizzera. Il nostro obiettivo è quello di cercare e proporre soluzioni per contribuire ad attenuare il problema delle plastiche e microplastiche nelle acque, informando e sensibilizzando la popolazione». L’apporto dei «cestini da lago» nella pulizia delle acque può sembrare esigua, essendo i contenitori di dimensioni ridotte, ma i promotori puntano molto anche sull’effetto di sensibilizzazione: «Toglie una piccola quantità di plastica dalle acque ma in modo continuo, 24 ore su 24, ed è particolarmente efficace nei porti, dove si accumulano i detriti. Grazie a questo cestino, visibile e quindi percettibile, si vuole però anche aumentare la consapevolezza del problema, sensibilizzando i consumatori a un uso sostenibile delle risorse e dei rifiuti, consci che non è la plastica il problema, ma è la gestione errata che se ne sta facendo», precisa Molteni.
Oltre che essere un ostacolo alle bellezze del paesaggio, le plastiche e le microplastiche sono un pericolo per la salute di alcuni animali, come precisa Marco Saroglia, biologo e già professore presso l’Università degli studi dell’Insubria a Varese. «Servono ulteriori studi, dato che finora è stato dimostrato che le microplastiche non sono dannose per l’uomo ma hanno però una tossicità per alcuni pesci e invertebrati».
Secondo le ricerche presentate dal professor Saroglia, sono soprattutto le nanoplastiche – cioè quelle particole con dimensione da 0,001 a 0,1 micrometri – a creare i maggiori problemi, essendo in grado di oltrepassare alcune barriere fisiologiche. Corpuscoli di dimensioni microscopiche che derivano in grandi quantità dall’abrasione e radiazione da raggi UV di plastiche di maggiori grandezze, tra cui anche le microplastiche (dimensioni da 0.1 micrometri a 5 millimetri), delle quali una parte può essere eliminata dalle acque tramite appositi filtri o metodi di pulizia, come il sistema adottato da Seabin.
La giornata è stata promossa da I Lake Nautic Services Sagl di Lugano, che si occupa della promozione e dell’utilizzo di Seabin in Ticino: «Abbiamo voluto provare il dispositivo sul Lago di Lugano e in 20 giorni abbiamo raccolto 25 Kg di materiale plastico con un solo cestino Seabin», spiega Diana Battelli, responsabile di questa società.
Durante il periodo di prova il «cestino acquatico» ha trovato una sua ubicazione nel porto del Lido di Lugano e ora il Consorzio pulizia delle rive e dello specchio d’acqua del lago Ceresio valuterà se e come continuare l’esperienza: «Stiamo valutando la situazione e l’effettiva efficacia di questi apparecchi che sono di certo un aiuto alla pulizia delle nostre acque, ma è chiaro che ci vorrebbero più dispositivi sparsi in altri porti del Ceresio per avere dei risultati ancora più ingenti. Stiamo discutendo con Cantone, Consorzio pulizia Ceresio e Consorzio pulizia del Verbano per un acquisto condiviso, ma probabilmente l’ubicazione sarà una zona del Lungolago con una migliore visibilità. Infatti, oltre che all’efficacia del sistema di pulizia, lo strumento è altresì un buon mezzo per la sensibilizzazione», conclude Fabio Schnellmann.