Rinaturazione del riale Tognano
18. giugno 2020
Ci sono voluti 12 anni, ma alla fine chi l'ha dura la vince! Era il lontano 2008 quando per la prima volta, il WWF Svizzera italiana aveva portato all'attenzione del Dipartimento del territorio una serie di corsi d'acqua ticinesi incanalati o intubati meritevoli di rivitalizzazione. Lo studio di fattilibtà del WWF indicava il riale Tognano, a Castel S.Pietro, tra i tratti a beneficio ecologico elevato, poiché si trova in un settore ancora molto naturale, con boschetti, campi agricoli e prati, ma soffriva da alcuni decenni a causa di un pesante intervento di arginatura e consolidamento dell'alveo su una lunghezza di ca. 300 metri. Ai tempi non era entrata ancora in vigore la nuova legislazione sulle acque che oggi obbliga tutti i Cantoni svizzeri a pianificare ed attuare interventi di rivitalizzazione per migliorare lo stato dei propri corsi d'acqua. Il WWF ha quindi avuto un ruolo di apri-pista che ha dato, e sta dando, i suoi frutti.
Il progetto, dopo il primo studio di fattibilità del 2008, è stato accolto e portato avanti dal Consorzio Manutenzione Arginature esistenti e future del Basso Mendrisiotto (CMABM) con varie fasi progettuali fino alla realizzazione nel 2019 grazie ai finanziamenti della Confederazione Svizzera, della Repubblica e Cantone Ticino, dei Comuni di Castel San Pietro e Coldrerio, del WWF Svizzera italiana e alla disponibilità dei privati coinvolti. Il collaudo è avvenuto alla presenza della Committenza e delle Autorità il 7 maggio 2020.
Perché c'è voluto così tanto tempo? I progetti di rivitalizzazione sono di per sé molto complessi: occorre garantire la sicurezza idraulica, predisporre lo spostamento di grandi quantità di materiale di scavo e rifiuti edili di demolizione, gestire le specie invasive e creare le strutture favorevoli alle specie che si intende promuovere. Inoltre, il riale Tognano, oltre ad essere tecnicamente esigente a causa della sua pendenza longitudinale e del regime torrentizio, ha dovuto maturare inserendosi in un contesto pianificatorio votato alla tutela delle aree agricole SAC (superfici di avvicendamento culturale) e di fondi privati, per cui si è dovuto trovare un accordo con tutti i proprietari e gestori. Il risultato è ora davanti agli occhi di tutti: questo progetto ha permesso di riportare il riale a uno stato naturale, creando nuovi habitat acquatici e ripariali di pregio, andando ad eliminare un grosso deficit nel collegamento faunistico tra gli ambienti naturali tra la Valle della Motta e il Monte Generoso, nel corridoio faunistico della Rete ecologica nazionale (REN, oggetto TI 37 Coldrerio Valle della Motta). Le specie bersaglio che ora attendiamo a braccia aperte sono l'ormai raro gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), che dovrebbe lentamente ricolonizzare l'asta a partire dalle popolazioni presenti nel riale di Vigino, nonché la rana agile (Rana dalmatina), che può ora disporre di uno nuovo stagno adeguato alle sue esigenze ecologiche. Insomma: è stata riportata alla luce un’asta fluviale quasi dimenticata, dando spazio alla natura e riqualificando di fatto un intero comparto di elevato valore paesaggistico.
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