Opposizione al percorso ciclabile nella tratta Dogana Gaggiolo - Genestrerio

02. settembre 2019

WWF Svizzera italiana, STAN e Pro Natura sono, in linea di principio, favorevoli allo sviluppo e al sostegno della mobilità lenta, come pure alla valorizzazione dell'intero comparto in favore della popolazione. Tuttavia, così come presentato, il progetto è eccessivamente invasivo e avrebbe un impatto notevole sul paesaggio naturale ed agricolo.

 I. IN ORDINE

 

1. Tempestività

 

Con avviso di pubblicazione sul Foglio Ufficiale N. 52/2019 del 28 giugno, a pagina 6311 è stato annunciato il pubblico deposito dal 28.6 al 28.8.2019 del progetto stradale e atti espropriativi per la realizzazione del percorso ciclabile tratta Dogana Gaggiolo – Genestrerio, zona Prati Santa Margherita-Prella – incrocio via Canova e via Pra Vicc, in territorio dei Comuni di Stabio e Mendrisio (cfr. Doc. 1). L'opposizione, presentata entro la scadenza della pubblicazione, è pertanto tempestiva.

 

 

2. Legittimazione

 

La legittimazione delle opponenti è fondata sull'art. 8 cpv. 1 Legge edilizia cantonale per quanto concerne le associazioni cantonali e sull'art. 12 Legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio per quanto concerne quelle nazionali. La pubblicazione in oggetto concerne un ambito d'attività che le opponenti seguono intensamente da oltre dieci anni e solleva censure strettamente connesse alla protezione delle specie e dei biotopi, ragione per la quale la legittimazione delle scriventi associazioni è data.

 

Le procure delle due associazioni a favore dei sottoscritti, che agiscono in virtù delle loro funzioni di responsabile regionale, rispettivamente di membro del comitato del WWF Svizzera italiana, sono disponibili su richiesta.

 

 

II. NEL MERITO

 

 

3. Premessa

 

Il comprensorio territoriale interessato dal progetto è caratterizzato da contenuti naturalistici di grande interesse i cui elementi principali sono:

 

•       Il fiume Gaggiolo e i boschi limitrofi caratterizzati da una ricca fauna e flora, con molte specie rare o presenti solo in loco;

 

•       Il fiume Laveggio, tra i pochi corsi d’acqua planiziali del Sottoceneri ancora naturali

 

•       Il comparto Molino-Colombera con specie d’importanza europea

 

•       Specie di particolare interesse di conservazione, fra le altre: la rana di Latastae, il gambero dai piedi bianchi, la Lampreda di ruscello e la testuggine palustre

 

Il comprensorio si contraddistingue inoltre per essere uno fra gli ultimi paesaggi agricoli e naturali ancora integri presenti nel Mendrisiotto. Proprio per questa sua caratteristica, l'area è di grande attrattività per la popolazione che, numerosa, la frequenta per passeggiare, correre, andare a cavallo e in bicicletta.

 

È evidente che, in linea di principio, le opponenti sono favorevoli allo sviluppo e al sostegno della mobilità lenta, come pure alla valorizzazione dell'intero comparto in favore della popolazione.

Tuttavia, così come presentato, il progetto è eccessivamente invasivo e avrebbe un impatto notevole sul paesaggio naturale ed agricolo.

 

Gli aspetti del progetto che destano maggiore preoccupazione sono:

 

–       la posa di un fondo in duro con del cemento: deturpa il paesaggio e quindi diminuire l'attrattività del comparto per tutti i fruitori, ciclisti compresi. Inoltre, il fondo in duro non è idoneo alle esigenze di pedoni, podisti e cavallerizzi. Anche per gli stessi ciclisti può risultare più scivoloso (segnalazioni in questo senso ci giungono dal tratto ‘stabilizzato’ lungo il Gurungun nella zona industriale di Stabio). La soluzione da preferire, nell'interesse di tutti i fruitori del territorio, siamo certi, è quella del mantenimento del percorso in sterrato.

 

–       Il conflitto tra il percorso, in alcuni suoi tratti, e i seguenti oggetti naturali: il bosco lungo il fiume Gaggiolo, il fiume Laveggio, il riale Prella, e il comprensorio protetto di Molino-Colombera. Il percorso, oltre a rimanere naturale, non sembra rispettare lo spazio riservato ai corsi d’acqua e le esigenze legate alla rinaturazione.

 

–       L'incompatibilità del percorso ciclabile auspicato con il progetto di rimessa a cielo aperto del riale Prella e di valorizzazione del comparto Molino-Colombera.

 

 

Considerazioni dettagliate in merito a questi tre punti verranno formulate nelle pagine seguenti.

 

 

4. Tratta C, Gaggiolo, dal km 0.9 al km 1.9

 

Si rileva che parte del percorso attraversa il bosco sulla sponda sinistra del fiume Gaggiolo.

 

Un rivestimento in duro con del cemento (“fondo stabilizzato”) - così come previsto dal progetto – è critico sotto diversi punti di vista.

 

In primo luogo, costituirebbe una barriera ecologica per lo spostamento della microfauna dal bosco al greto del Gaggiolo.

 

Secondariamente, questo tipo di fondo sfavorirebbe i numerosi pedoni, podisti e cavallerizzi che fruiscono del percorso, avvantaggiando unicamente gli utilizzatori ciclisti (anche se non mancano gli aspetti negativi - come già segnalato - pure per questa categoria). In questo senso, il manuale per la pianificazione della rete dei sentieri pubblicato dall’USTRA sottolinea, l’importanza del fondo naturale per il piacere dei pedoni: fondi in asfalto o cemento provocano un carico costante e ripetitivo su muscoli e articolazioni (cfr. Doc. 2).

Inoltre, l'art. 6 dell'Ordinanza sui percorsi pedonali e sentieri (OPS) non lascia spazio all'interpretazione indicando che “Sono segnatamente considerati inadeguati per i sentieri giusta l'articolo 7 capoverso 2 lettera d LPS tutti i rivestimenti di bitume, catrame o cemento”.

Rilevante, a questo proposito, è altresì l'art. 7 Legge sui percorsi pedonali e sentieri (LPS), disposizione che prevede per i percorsi pedonali e sentieri inseriti nella rete ufficiale dei sentieri l'obbligo di sostituzione qualora vengano soppressi o rivestiti con materiale inadeguato. Sostituzione che non è prevista nel progetto pubblicato.

 

In maniera generale, consideriamo che l’intervento di stabilizzazione del fondo con cemento sia estremamente invasivo e vada a cambiare drasticamente un paesaggio agricolo-naturale di grande valore, deturpandolo irrimediabilmente.

 

 

 

Per questi motivi, chiediamo:

 

–       che il fondo stradale venga mantenuto nella sua forma sterrata attuale onde evitare conflitti con la LPS, la OPS e, in ogni caso, al fine di salvaguardare il benessere di pedoni, podisti e cavallerizzi.

–       Che il calibro della strada nel tratto in bosco non venga aumentato e che la flora del sottobosco venga preservata.

 

 

5. Tratta C, Laveggio, dal km 2.6 al km 3.7

 

In questo tratto il percorso della ciclopista corre lungo la sponda destra del fiume Laveggio.

 

Siccome la sponda sinistra è interessata dall’area industriale, è indispensabile salvaguardare lo spazio riservato al corso d'acqua sulla sponda destra al fine di mantenere un’adeguata funzione di collegamento ecologico, come pure uno spazio sufficiente per il corso d’acqua e la vegetazione ripuale.

 

Il tratto di fiume Laveggio interessato dal progetto di ciclopista presenta problemi di temperatura eccessiva dell’acqua, complici i cambiamenti climatici in corso e l’assenza di vegetazione (taglio ad intervalli regolari della vegetazione per garantire la sicurezza idraulica a causa dell’alveo insufficiente). Ciò rende problematica la sopravvivenza di specie, particolarmente sensibili e d’importanza europea, presenti in quel tratto, fra le altre la Lampreda di ruscello e il gambero dai piedi bianchi.

Per contenere l’aumento della temperatura bisogna allargare l’alveo e prevedere una vegetazione arbustiva sulla sponda destra.

 

Il progetto di ciclopista non solo preclude l’allargamento e lo spazio per la vegetazione arbustiva, ma provocherebbe un ulteriore aumento locale delle temperature proprio a causa del fondo in cemento.

 

Anche per questo tratto valgono le censure sollevate al punto 3. del presente scritto.

 

Per questi motivi chiediamo:

  1. che il progetto venga modificato per tener conto dello spazio riservato alle acque secondo i disposti dell’art. 41c Legge protezione delle acque (LPAc) e disposizioni transitorie (in quanto lo spazio riservato alle acque del Laveggio non è ancora stato pubblicato).
  1. che il tracciato non comprometta le necessità di allargamento dell’alveo e la posa di vegetazione arbustiva. Idealmente sarebbe opportuno che il progetto integri da subito la rinaturazione del Laveggio e la posa della vegetazione arbustiva quale ulteriore valorizzazione del paesaggio e della natura.
  2. che il fondo rimanga sterrato (in ghiaia) oltre che per i già citati motivi di convivenza con gli altri utilizzatori del sentiero, anche per garantire conformità con i disposti di legge applicabili (art. 41c LPAc cpv. 1 lett. b).

 

6. Tratta C, Laveggio-Prella, dal km 3.7 al km 4.5

 

Anche in questa tratta esiste un conflitto con gli altri utilizzatori del sentiero e con il paesaggio, a questo proposito si rinvia al punto 3 del presente scritto.

 

Segnaliamo inoltre la necessità di coordinamento, e probabilmente modifica del tracciato, con il progetto di rimessa a cielo aperto del riale Prella, la cui realizzazione è pianificata per il 2020.

 

Attualmente il riale Prella scorre intubato sotto un vigneto, il progetto prevede di creare un nuovo alveo a cielo aperto in concomitanza con l’attuale sentiero sterrato (che verrà spostato). Il percorso della ciclopista lambisce il comparto protetto di Molino-Colombera. I collegamenti ecologici con i limitrofi boschi della Prella e con il nuovo riale Prella vanno salvaguardati. La creazione di un fondo in duro costituisce un elemento perturbante.

 

 

Per questi motivi chiediamo:

 

  1. Che il fondo della tratta venga mantenuto naturale (ghiaia, sterrato)
  1. Che il percorso, i piani e gli atti espropriativi tengano conto dello spazio riservato al corso d’acqua, del progetto di rimessa a cielo aperto del riale Prella e conseguente spostamento della strada agricola.

 

 

7. Tratta R2

 

L’inizio di questa tratta corre lungo la sponda destra del fiume Laveggio e presenta gli stessi conflitti citati per la tratta dal km 2.6 al km 3.7 (cfr. punto 4. del presente scritto).

 

In seguito, la tratta attraversa il comparto naturale di maggiore pregio, quello di Molino-Colombera che comprende:

 

–       le paludi d’importanza nazionale PA 2502 e 2503

–       le paludi d’importanza cantonale PA 9004

–       i siti di riproduzione anfibi d’importanza nazionale TI 250, TI 238

–       i siti di riproduzione di anfibi d’importanza cantonale TI 473

 

L’importanza del sito è ben descritta nel decreto di protezione adottato dal Consiglio di Stato nel 2017: 

https://www4.ti.ch/fileadmin/DT/temi/consultazione_dstm/documenti/Decreto_protezione_Molino-Colombera.pdf

 

Il comparto ospita l’unica popolazione di testuggine palustre (Emys orbicularis) del Sottoceneri. Gli individui di questa specie d’importanza europea si spostano regolarmente da uno stagno all’altro, come dimostrato da uno studio sul campo finanziato dal WWF. Per tutelare questa specie è importante mantenere il fondo della strada sterrata naturale.

 

Per tutti questi motivi chiediamo:

  1. che la tratta mantenga la sua attuale caratteristica naturale
  1. che non venga pregiudicato in alcun modo il valore naturale e paesaggistico del comparto Molino-Colombera
  2. che l’opera non sia in conflitto con le misure di valorizzazione del comparto Molino-Colombera.

 

P. Q. M.

 

viste in diritto tutte le disposizioni di legge alla fattispecie applicabili, si postula venga

 

 

giudicato

 

  1. Il progetto, i piani e gli atti espropriativi sono modificati come indicato nei considerandi della presente opposizione.
  1. Il progetto stradale e atti espropriativi per la realizzazione del percorso ciclabile tratta Dogana Gaggiolo – Genestrerio, zona Prati Santa Margherita-Prella – incrocio via Canova e via Pra Vicc, in territorio dei Comuni di Stabio e Mendrisio venga coordinato e reso compatibile con lo spazio riservato ai corsi d’acqua, ai progetti di rinaturazione legati ai corsi d’acqua e alla valorizzazione del comparto Molino-Colombera.
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