Le città? Luoghi più verdi e più sani

05. aprile 2018

La FAO sollecita investimenti nelle aree urbane per affrontare l’inquinamento, il cambiamento climatico e la mancanza di risorse idriche. Può aiutare a trasformare le città in luoghi più sostenibili, resistenti, salubri, e piacevoli dove vivere

La Stampa - Se pianificate e gestite bene, le città possono essere luoghi ideali in cui vivere, ma molti sviluppi urbani hanno causato caos ambientale, portando a problemi quali temperature elevate, inondazioni e inquinamento atmosferico. Il costo per i cittadini è il deterioramento della propria qualità della vita. Tra i costi per il pianeta vi sono l’aumento delle emissioni di gas serra e il degrado del suolo e dei corsi d’acqua, denuncia Unasylva , pubblicazione della FAO sulle foreste, la cui ultimo numero è dedicato alla silvicoltura urbana per celebrare la Giornata internazionale delle foreste.  
“Parchi e alberi ben gestiti nelle città e nelle aree circostanti forniscono bei luoghi in cui vivere, cibo e protezione per molte piante e animali, contribuendo a mantenere e accrescere la biodiversità”, ha detto il Direttore Generale della FAO, José Graziano da Silva, nel suo videomessaggio in occasione della Giornata. Nel messaggio ha poi sottolineato la necessità di “unire le forze per proteggere le foreste e gli alberi per rendere gli ambienti urbani più sostenibili”.  

LE CITTÀ HANNO BISOGNO DI AREE VERDI E DI ALBERI   
Più della metà della popolazione mondiale vive in città e nel 2050 quasi il 70% del mondo sarà urbanizzato. Sebbene le città occupino solo il 3% della superficie terrestre, consumano il 78% di energia ed emettono il 60% di anidride carbonica.  
Zone boschive e alberi in una città e ai suoi margini svolgono una vasta gamma di funzioni vitali - come il sequestro del carbonio, la rimozione degli inquinanti atmosferici, assistenza nella produzione alimentare, la sicurezza dell’acqua e dell’energia, il ripristino dei terreni degradati e la prevenzione di siccità e inondazioni. In una città di medie dimensioni, ad esempio, gli alberi urbani possono ridurre la perdita di suolo di circa 10.000 tonnellate l’anno.
Fornendo ombra e raffreddando l’aria, parchi e alberi nelle aree urbane possono ridurre le temperature estreme e mitigare gli effetti del cambiamento climatico. In effetti, gli alberi posizionati correttamente attorno agli edifici possono ridurre il fabbisogno di aria condizionata del 30%. Nei climi freddi, proteggendo le case dal vento, possono aiutare a risparmiare energia utilizzata per il riscaldamento tra il 20 e il 50%.  
I parchi urbani e peri-urbani possono aumentare la resilienza e la qualità dei bacini e dei serbatoi idrici, prevenendo l’erosione, limitando l’evapotraspirazione e filtrando gli inquinanti. E piantare alberi da frutto può aumentare la disponibilità di cibo nelle città. 

IL MIRACOLO DEL RIMBOSCHIMENTO DI PECHINO  
Molte città stanno già dimostrando il loro impegno per un futuro più sostenibile e ci sono molti esempi eccellenti di sviluppo urbano verde. Pechino è una delle città più popolate e inquinate del mondo. Senza grandi parchi o altre aree verdi la città rischia di diventare una giungla di cemento con effetti sempre più gravi sulla salute e il benessere dei suoi abitanti. Nel 2012, Pechino ha avviato il più grande programma di rimboschimento della sua storia. Nelle aree suburbane e periurbane, la maggior parte delle terre è stata imboschita dopo lo spostamento delle piccole industrie. Le foreste, che coprono adesso oltre il 25% della superficie urbana - un aumento del 42% - offrono ai quartieri più spazio per la ricreazione. 

COINVOLGIMENTO DELLA COMUNITÀ A NAIROBI 
La foresta di Karura, nella parte centro-settentrionale della capitale del Kenya, Nairobi, era un tempo una zona devastata dalla criminalità. La vicinanza della foresta alla città in rapida crescita ha portato a piani per ridurre l’area forestale per far posto allo sviluppo immobiliare. Ma quando le comunità locali sono state coinvolte nella sua gestione, la storia si è invertita. 
I conservazionisti, guidati dall’attivista ambientalista Wangari Maathai, hanno lanciato una campagna molto pubblicizzata per salvare la foresta. La collaborazione con varie parti interessate, comprese le autorità locali, il settore privato, le associazioni di comunità di residenti, i donatori e le organizzazioni non governative, hanno svolto un ruolo decisivo nel miglioramento della gestione della foresta di Karura.  
La popolazione locale ha beneficiato considerevolmente della partecipazione diretta. La foresta non è più un luogo di pericolo per le persone, ma piuttosto una fonte di opportunità. Impiega 46 lavoratori a tempo indeterminato, 36 dei quali provengono da comunità circostanti. È diventata anche un’attrazione turistica: da zero visitatori nel 2009, la foresta ora accoglie in media 16.000 visitatori al mese.  

LIMA: RIDURRE IL RISCHIO DI DISASTRI NATURALI   
A Lima, in Perù, il comune ha lanciato nel 2015 un progetto di rimboschimento per ridurre la minaccia di frane. Alla popolazione locale è stato spiegato il valore dell’imboschimento per aiutare a ridurre il rischio di disastri perché stabilizza pendenze, controlla e previene la caduta di massi, trattiene fango e sedimenti, e migliora l’ambiente.  
Un’area di 14 ettari - la dimensione di cinque campi da calcio - è stata designata per un parco, che comprende sentieri, punti panoramici e spazi ricreativi per famiglie, sono stati piantati 23.000 alberi nativi e installato un sistema di irrigazione a goccia con acque reflue trattate.  

IL LAVORO DELLA FAO SULLE FORESTE URBANE   
La FAO sostiene l’adozione di soluzioni forestali urbane con linee guida e strumenti tecnici e di comunicazione. In Niger, ad esempio, la FAO ha assistito il governo nell’elaborazione di una politica nazionale per la gestione degli spazi verdi all’interno e attorno alle città per proteggere l’ambiente e mitigare gli effetti del cambiamento climatico.  
A Capo Verde la FAO ha sostenuto il governo nello sviluppo di piani integrati di silvicoltura urbana a Praia e in altre grandi città, attraverso l’organizzazione di corsi di formazione per tecnici sulla pianificazione, progettazione e gestione di spazi verdi urbani e la costruzione di nuovi vivai.   

Qui potete leggere l'articolo originale de La Stampa.

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