Le catastrofi naturali hanno provocato 11mila morti nel 2017
18. gennaio 2018
Lifegate.it - Il bilancio, sia in termini di perdite di vite umane, che dal punto di vista economico, è agghiacciante. Secondo i calcoli effettuati dal colosso delle assicurazioni Swiss Re, le morti attribuibili nel corso del 2017 alle catastrofi naturali e ai disastri causati dall’uomo sono più di undicimila. Mentre le perdite finanziarie sono state pari a 306 miliardi di dollari (circa 256 miliardi di euro).
Gli Stati Uniti il paese più colpito dalle catastrofi naturali
Per comprendere a che punto gli ultimi dodici mesi siano stati drammatici per il pianeta Terra, basti considerare che nel corso dell’anno precedente il dato si era attestato attorno ai 188 miliardi di dollari. Il 2017, infatti, ha fatto registrare livelli record: si tratta di uno dei tre anni più catastrofici da quando viene effettuata la valutazione di Swiss Re, ovvero dagli anni Settanta.
A far esplodere i dati, ovviamente, sono stati soprattutto gli uragani Harvey, Irma e Maria, che si sono abbattuti sui Caraibi e sulla costa sud-orientale degli Stati Uniti. Proprio questi ultimi rappresentano la nazione che ha patito di più al mondo le catastrofi naturali, con perdite pari a 93 miliardi di dollari.
Inoltre, il 2017 sarà ricordato per i gravi incendi che sono divampati in California: in questo caso i danni sono stati calcolati in 7,3 miliardi di dollari. Nel rapporto della compagnia elvetica vengono poi ricordati il terremoto che ha colpito il Messico nel mese di settembre, a causa del quale hanno perso la vita centinaia di persone e che ha provocato danni per oltre due miliardi di dollari. Particolarmente pesante è stato poi il ciclone Debbie che si è abbattuto sull’Australia alla fine di marzo.
L’Omm: il 2017 tra i tre anni più caldi di sempre
La comunità scientifica ha già avuto modo di dibattere in merito alle cause dell’ondata di catastrofi naturali. La Union of Concerned Scientists ha sottolineato come “a causa dei cambiamenti climatici, eventi come l’uragano Harvey si stiano verificando molto più di frequente rispetto al passato”.
L’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), d’altra parte, già nello scorso mese di novembre aveva sottolineato come sia “fortemente probabile che il 2017 si classifichi tra i tre anni più caldi mai registrati” da quando i dati vengono monitorati con regolarità, ovvero dal 1880. Nei primi dieci mesi dell’anno, infatti, la temperatura media globale sulla superficie delle terre emerse e degli oceani è stata, in media, di 1,1 gradi centigradi più alta rispetto all’epoca pre-industriale.