L’abbattimento di lupi causa l’aumento degli attacchi agli animali domestici
06. settembre 2016
In ogni parte del mondo per le autorità, i cacciatori e gli allevatori di animali domestici, l’abbattimento di predatori come orsi, lupi e grandi felini viene considerata la soluzione più semplice per evitare danni al bestiame. I risultati della recente ricerca dimostrano il contrario e confermano ancora una volta che gli abbattimenti provocano più problemi che soluzioni.
Le considerazioni generali della ricerca non sono nuove ma sono più evidenti che mai grazie all’ampio database internazionale analizzato:
Metodi letali (p.e. caccia, esche avvelenate o trappole) non comportano una soluzione dei problemi degli allevatori, ma al contrario aggravano i problemi esistenti. Soltanto nel 29% dei casi esaminati si ottiene una diminuzione temporanea degli attacchi al bestiame. Nel 43% dei casi si nota invece un aumento dei danni agli animali domestici dopo l’abbattimento del predatore.
Metodi non letali (p.e. l’impiego di utilizzo di cani da protezione delle greggi, recinzioni elettriche o dissuasori come il nastro segnaletico) si sono rivelati invece più efficaci. Nell’80% dei casi esaminati i danni al bestiame sono diminuiti.
Sulla base dell’attuale stato delle conoscenze i ricercatori consigliano alle autorità e alle persone competenti di non prendere più in considerazione l’abbattimento dei predatori per proteggere gli animali domestici.
Il gruppo di ricerca internazionale ha analizzato sistematicamente i risultati e la validità di vari studi condotti in America ed Europa. Anche risultati rilevati in Africa e Asia confermano questi esiti.
La Svizzera non può più fare orecchie da mercante
Il 24 agosto il Consiglio Federale ha aperto la procedura di consultazione per la revisione della legge sulla caccia. La proposta di legge prevede di abbattere preventivamente i lupi per evitare danni al bestiame. Sarebbe permesso unicamente l’abbattimento del lupo, però la normativa potrebbe presto essere estesa anche ad altri animali protetti come la lince o altri.
Gabor von Bethlenfalvy, esperto di grandi predatori per il WWF Svizzera commenta: «È preoccupante vedere che la politica sia così sotto pressione da singoli interessi e quanta poca considerazione dedichi alle esperienze pratiche e agli studi basati su dati scientifici. Non solo si accettano i metodi bellicosi ma addirittura si incoraggiano.»
Inoltre non bisogna dimenticare che tutte le specie di grandi predatori che vivono sul territorio alpino sono minacciate: soluzioni sperimentali e improvvisate sono fuori luogo. Dato che nel caso del lupo, la prassi utilizzata finora è la decimazione della popolazione tramite abbattimenti casuali, esiste il grande pericolo di uccidere individui importanti per la struttura della famiglia o per l’approvvigionamento di cibo. E’ molto probabile che si peggiori la situazione invece di migliorarla, causando ad esempio la divisione in più gruppi di un nucleo familiare
Gabor von Bethlenfalvy ribadisce: «La migliore protezione del bestiame in una regione in cui sono presenti i lupi consiste nella protezione del gregge e nella struttura familiare stabile del branco».
Contatto:
Joanna Schönenberger, capo progetto, WWF Svizzera, cell. 079 377 49 76
Fonte: Treves, A., Krofel, M., McManus, J. (equal co-authors) 2016 Predator control should not be a shot in the dark. Frontiers in Ecology and the Environment (September 2016 issue).