Entro il 2050 nei mari più plastica che pesci?
15. novembre 2017
Difendere gli oceani per combattere i cambiamenti climatici. Questo è uno dei punti centrali della COP23, la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima a Bonn, in Germania, presieduta per la prima volta dalle Fiji.
Il cambiamento climatico porta l’oceano alla COP23
Queste isole da tempo risentono dell’impatto del cambiamento climatico. Tempeste di estrema intensità e aumento del livello del mare hanno portato il governo a dover intervenire per trasferire la gente di numerosi villaggi che rischiano di essere spazzati via. Una delle questioni più urgenti da affrontare è l’inquinamento marino. L’obiettivo dell’Unione europea è quello di ridurre del 30% il numero di rifiuti entro il 2020. 10 milioni di tonnellate di rifiuti vengono smaltiti negli oceani ogni anno. Entro il 2050 nei nostri mari ci potrebbe essere più plastica che pesci.
Ospite di Oleksandra Vakulina, la nostra inviata alla COP23 di Bonn, è Karmenu Vella, Commissario europeo per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca. Alla conferenza climatica annuale delle Nazioni Unite molti esperti ritengono che la difesa degli oceani siano una priorità nella lotta al cambiamento climatico.
Karmenu Vella, Commissario europeo per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca: “Gli oceani sono i primi regolatori del clima, assorbono il 90 per cento del calore del pianeta, il 30 per cento del biossido di carbonio, e stanno dando al pianeta circa il 50 per cento dell’ossigeno di cui abbiamo bisogno. Noi otteniamo tutti questi benefici dagli oceani. Ma cosa offriamo in cambio? Stiamo dando agli oceani moltissimi rifiuti, molta plastica, troppa acidificazione, inquinamento, pesca eccessiva. Di conseguenza gli oceani stanno diventando più caldi e i livelli del mare stanno aumentando. Tutti vediamo i risultati dei disastri climatici: inondazioni, siccità e molto altro.
Difendere gli oceani: una lotta comune. L’Unione europea sta cercando di aver una leadership nella lotta contro il cambiamento climatico e la protezione dell’oceano?
Karmenu Vella: “Credo che non basti avere solo una leadership, sia che si tratti dell’Unione europea o di qualcun altro, perché questo è un problema globale, abbiamo bisogno di soluzioni più ampie e di un’azione globale. Nessun singolo paese, o continente, può affrontare questo problema enorme da solo. Quindi sì, stiamo spingendo su questo perché c‘è la massima urgenza di affrontare la situazione, vediamo che il problema si allarga molto più velocemente di quanto di pensasse. Qualunque azione preventiva oggi non avrà un immediato effetto sugli oceani. Anche se non ci fossero più emissioni di CO2 oggi, gli oceani dovranno continuare ad assorbirne per altri decenni. Se non gettiamo più plastica in mare, questi continueranno a riciclare quella gettata per decenni. L’urgenza è agire ora, bisogna porre rimedio e continuare a lavorare.”
Quali sono le misure più urgenti da adottare quando si tratta di difendere gli oceani?
Karmenu Vella: “Penso che le misure più urgenti siano, prima di tutto, ridurre immediatamente l’anidride carbonica. Secondo step: ripristinare gli ecosistemi perché quando parliamo di ciò che gli oceani assorbono mi riferisco all’anidride carbonica, quindi bisogna ripristinare l’ecosistema. La terza cosa importante, come ho già sottolineato, è che non si lavori ognuno per conto proprio. Dobbiamo agire, ma soprattutto dobbiamo agire tutti insieme.”
Il pianeta è di tutti, governi e cittadini. A volte la gente pensa che siano i governi e le grandi imprese a dover adottano misure. Invece si potrebbe fare molto anche nel quotidiano per aiutare la lotta contro il cambiamento climatico
Karmenu Vella: “Questo è un punto molto importante. Avere un’idea fissa nella testa. Quando le persone vedono che queste questioni vengono discusse a livello globale, vengono discusse in occasione di conferenze globali, a livello di G7, a livello di G20, la loro prima impressione potrebbe essere “È un grave problema, ma noi non possiamo farci nulla, sono i governi a dover trovare soluzioni”. No! Ognuno di noi è responsabile di questo disastro e ognuno di noi deve contribuire a trovare una soluzione. Faccio degli esempi: i rifiuti di plastica negli oceani stanno uccidendo la biodiversità, i mammiferi, stanno uccidendo i pesci, inquinando gli oceani – tutto deriva dall’utilizzo o meno della plastica, o dal riciclo o meno delle materie plastiche. Poi ci sono le emissioni, che sono fonti di cambiamento climatico. Molto dipende dall’auto che guidiamo, sia che si tratti di una macchina molto inquinante o meno, o se invece si utilizzano i trasporti pubblici, più o meno spesso. Queste sono questioni globali che possono avere soluzioni individuali.”