Tuteliamo i corridoi di volo dei pipistrelli!
08. ottobre 2020
da Batinfo del Centro Protezione Chirotteri Ticino, 7 ottobre 2020
Tra le specie indigene maggiormente dipendenti dai corridoi di volo vi sono l’Orecchione comune (Plecotus auritus) e l’Orecchione alpino (Plecotus macrobullaris). Tale dipendenza è fortemente dettata dalla forma delle loro ali e dalla tipologia dei loro ultrasuoni. Si tratta in effetti di due specie caratterizzate da ali corte e larghe che conferiscono loro un volo molto manovrabile ma lento e da ultrasuoni che permettono una buona risoluzione spaziale ma unicamente un orientamento a corto raggio. Per i loro spostamenti gli Orecchioni sono quindi strettamente legati alla presenza di strutture verticali che fungono da linee guida lungo le quali orientarsi. Inoltre reagiscono in maniera particolarmente sensibile alla presenza di zone illuminate evitandole, probabilmente come comportamento antipredatorio dettato dalla lentezza del loro volo.
Uno studio di radiotelemetria eseguito nella Valle del Reno nel Canton San Gallo ha permesso di documentare che l’Orecchione comune non supera mai spazi aperti più ampi di 200m. Inoltre, una ricerca svedese ha mostrato una stretta correlazione tra la scomparsa di colonie di Orecchione comune all’interno di chiese e la loro illuminazione a scopo estetico. Tale studio mostra pure che all’uscita dal rifugio i pipistrelli, come prima cosa, si tuffano nella struttura vegetale più vicina.
I corridoi di volo che collegano i rifugi degli Orecchioni ai loro ambienti di caccia si snodano quindi lungo elementi quali siepi, margini boschivi, cordoni boscati, filari di alberi o filari di vigna. Inoltre sono strettamente legati alla presenza di zone buie.
Per tutelare adeguatamente i corridoi di volo delle 23 colonie di Orecchione più importanti del Cantone, su mandato dell’Ufficio della natura e del paesaggio, sono stati eseguiti vari sopralluoghi diurni e notturni durante i quali sono state individuate e cartografate le strutture e le zone non illuminate fondamentali per garantirne la funzionalità dei collegamenti e quindi la sopravvivenza delle colonie. In futuro i corridoi di volo individuati potranno essere inseriti nei decreti di protezione dei rifugi di pipistrelli.
Dei 23 rifugi analizzati ben 21 presentano dei punti critici sui corridoi di volo, cioè dei passaggi obbligati la cui idoneità dipende fortemente dalla presenza di elementi puntuali (per esempio un singolo albero, un boschetto, una zona buia, ecc.). La conservazione della maggior parte delle colonie è quindi legata alla salvaguardia di precisi elementi presenti nel territorio attorno al rifugio.
Oltre alla necessità di salvaguardare le strutture e le zone non illuminate esistenti combattendo attivamente l’inquinamento luminoso e la banalizzazione del paesaggio, lo studio ha messo in evidenza che per molte colonie sarebbe pure necessario prevedere degli interventi per rafforzare e migliorare la connettività dei corridoi di volo. Spesso di tratta di misure volte a ottimizzare l’illuminazione del rifugio o dei suoi dintorni oppure di interventi mirati a rafforzare la vegetazione che funge da linea guida. Solo 3 rifugi non necessitano attualmente di misure attive.