Acque pulite
11. febbraio 2019
Azione.ch - È stato presentato alla stampa, negli scorsi giorni, lo studio promosso dal Dipartimento del territorio inerente alla presenza di microplastiche nel lago Ceresio. Risultati che hanno evidenziato valori sopra la media svizzera portando le autorità a riflettere ulteriormente sul problema.
Tra le misure adottate, rientra anche la sensibilizzazione della popolazione attraverso articoli, comunicati e informazioni ai Comuni, ma anche azioni più pratiche. Come ad esempio le due giornate di pulizia «clean up lake», che il Dipartimento del territorio propone il 26 febbraio ad Agno e il 1° giugno a Magadino.
Lo scopo di queste due operazioni è proprio quello di coinvolgere e far conoscere il problema delle microplastiche presenti nei laghi. Inquinanti composti per l’80 per cento da frammenti derivanti dalla disgregazione di plastiche sotto l’influsso dell’usura e del tempo. Particelle sgretolate e originate principalmente da materiali abbandonati nell’ambiente, quali confezioni, imballaggi o sacchetti, come ha evidenziato lo studio effettuato nel Ceresio tra marzo e maggio dello scorso anno.
Nel lago di Lugano sono infatti state ritrovate 213mila microplastiche per chilometro quadrato, in linea con i dati rilevati nei laghi di Locarno e Lemano (220mila) da uno studio analogo effettuato nel 2014 dal Politecnico federale di Losanna, ma decisamente superiori alle media svizzera di 100mila, basata sui dati riscontrati nei bacini di Brienz, Neuchâtel, Costanza e Zurigo, dove i valori variavano tra le 11 e 36mila microplastiche per kmq (dati dello studio del 2014).
Oltre ai citati frammenti non specifici, le microplastiche reperite dallo studio sul Ceresio erano composte da altre particelle minuscole, per esempio frantumi di pellicole alimentari, pezzetti di tessili a base di poliesteri, polistirolo o altre plastiche primarie, come possono esserlo alcuni granulati industriali oppure componenti abrasive in detersivi o cosmetici. Tutte queste microplastiche rilevate nell’indagine sono dei materiali con una dimensione inferiore ai 5 millimetri (0,3-5 mm), che sinora erano conosciuti e studiati soprattutto nei mari e oceani, ma di cui poco si conosce, o conosceva, a livello di bacini d’acqua dolce.
Particole piccole o piccolissime di cui ancora si sa poco anche per quanto riguarda il loro effetto sull’ecosistema, come ci conferma Nicola Solcà, capo dell’Ufficio della gestione dei rischi ambientali e del suolo del Dipartimento del territorio, nonché redattore del rapporto conclusivo sullo studio effettuato nel 2018 nel Ceresio: «Secondo l’Ufficio federale dell’ambiente, il rischio ambientale derivante dalla presenza di microplastiche nelle acque ai livelli riscontrati nel Ceresio può essere considerato basso e subordinato ad altri tipi di inquinanti, come i microinquinanti organici, per esempio residui di farmaci, pesticidi o sostanze endocrine. Andrebbero inoltre studiate le particelle più piccole di 0,3 mm, che sono verosimilmente presenti in numeri ancora più importanti e derivanti da fonti anche diverse da quelle qui ritenute, come per esempio l’abrasione degli pneumatici».
La presenza di microplastiche non è comunque un problema che s’intende sottovalutare e nei fatti lo dimostrano sia le attenzioni portate ai risultati presentati, sia le iniziative proposte, come le citate giornate di pulizia che hanno lo scopo di sensibilizzare la popolazione: «Sì, importante è chiudere il ciclo dei rifiuti, evitando in ogni caso l’abbandono (littering) e prevenendone la dispersione nell’ambiente», commenta Nicola Solcà.
Per ora restano tuttavia molti i rifiuti abbandonati nell’ambiente, come si potrà capire in occasione delle giornate clean up lake di Agno e Magadino. Nel primo evento, in programma un martedì pomeriggio, saranno coinvolti anche circa 140 allievi del secondo ciclo delle scuole elementari del luogo, mentre sulle rive del Verbano, la giornata sarà destinata alle famiglie e a tutta la popolazione interessata. Il prossimo 26 febbraio, ad occuparsi del recupero delle plastiche (prima che, sgretolandosi, diventino delle microplastiche), e non solo, sulle rive del Ceresio, per quanto riguarda le acque, saranno delle attrezzate squadre di sub della società Pesce sole sub Lugano. Un gruppo del Consorzio pescatori con rete del Ceresio invece si occuperà di ripulire la riva del Lido comunale. Sullo specchio d’acqua antistante il Parco comunale sarà presente il Consorzio della pulizia rive e dello specchio d’acqua del Ceresio con la propria imbarcazione, mentre nell’adiacente parco verrà allestito un villaggio con lo scopo di coinvolgere ed educare la popolazione. La manifestazione, come detto, si svolgerà poi in modo analogo anche sulle rive del Gambarogno il 1. giugno, in occasione del sabato d’apertura del lido di Magadino.
Il Dipartimento del territorio, nel corso dei prossimi mesi, prevede altre attività in aggiunta ad altre iniziative che già contribuiscono a sensibilizzare e a ridurre la diffusione di plastiche nell’ambiente e nei laghi. Pensiamo per esempio alle giornate di pulizia organizzate sul territorio dall’IGSU, il Gruppo d’interesse per un ambiente pulito, oppure al progetto Montagne Pulite promosso dallo stesso Dipartimento del territorio e che vuole educare gli utenti delle montagne e i gestori delle capanne o rifugi nello smaltimento corretto dei rifiuti.
Ci sono poi anche impulsi privati che tendono a eliminare gli oggetti «usa e getta» da manifestazioni o avvenimenti e quindi contribuire a diminuire drasticamente il rischio che plastiche e altri materiali si disperdano nell’ambiente e che vadano quindi, infine, a sgretolarsi e terminare il loro percorso nelle acque dei laghi.
Oltre a evitare di disperdere i rifiuti nell’ambiente, si può di certo contribuire alla causa evitando di gettare rifiuti attraverso tombini, lavandini, gabinetti o nelle reti delle canalizzazioni per l’evacuazione o lo smaltimento delle acque. «Va comunque ricordato – conclude Nicola Solcà – che il sistema svizzero di raccolta e gestione ecosostenibile delle plastiche è all’avanguardia. Dal 2000 i materiali plastici, così come altri rifiuti combustibili, non vengono più conferiti nelle discariche, ma valorizzati termicamente. Anche il divieto generalizzato di impiego dei fanghi di depurazione in agricoltura, vigente dal 2006, contribuisce a recuperare e successivamente eliminare le plastiche smaltite in maniera scorretta».