+3°, la Svizzera e il cambiamento climatico alla RSI

29. novembre 2017

Una grande serata tematica nazionale dedicata al riscaldamento globale (29 novembre, 20:05, LA 1) e un ampio ventaglio di proposte radio e tv. Anche il WWF sarà presente.

RSI - Entro fine secolo il surriscaldamento climatico trasformerà la Svizzera. Lo conferma l’accademia elvetica delle scienze. Uno sconvolgimento che avrà conseguenze sulla natura che ci circonda, ma anche sulla vita economica, sociale e politica del nostro paese. Quali? Per documentarle, la Radiotelevisione svizzera ha preparato una serata speciale: tre ore di diretta in contemporanea su tutti i canali nazionali. 

Fa sempre più caldo”, “non ci sono o più le stagioni”, ”il tempo non è più quello di una volta”: luoghi comuni ripetuti all’infinito, ogni volta che le bizze meteorologiche ci ricordano che la natura non può essere prevedibile. Eppure mai come oggi queste considerazioni hanno una base scientifica.

Ebbene sì, perché il clima sulla terra sta cambiando. Si sta riscaldando. E gli scienziati hanno disegnato scenari chiari: in Svizzera, entro la fine del secolo, potremo essere costretti a convivere con una temperatura media di oltre 3 gradi superiore a quella di oggi.

Se 3 gradi vi sembran pochi, forse non avete ben in chiaro le conseguenze di un simile cambiamento. Per documentarlo, la Radiotelevisione svizzera ha preparato un serata speciale senza precedenti. Una prima storica: tre ore di diretta, in contemporanea su tutti i canali nazionali. RSI, SRF, RTS e RTR racconteranno come quei 3 gradi in più  trasformeranno la Svizzera: paesaggisticamente, economicamente, socialmente,  politicamente.  

La causa è nota: produciamo troppa anidride carbonica. Il problema è globale, ma in queste emergenze planetarie il macro si lega al micro e così, anche in casa nostra, subiamo le  conseguenze del riscaldamento climatico.

L’ultimo, più clamoroso e triste evento che ci ha ricordato questa realtà si è verificato in una vallata del Grigioni italiano. Un pezzo di montagna che se n’è andato, scivolato via proprio come fanno i ghiacci dell’Antartide, sconquassando il paese di Bondo e portando con sé le vite di 8 persone.

E poi ci sono ghiacciai: il termometro più  efficace  per misurare la febbre della terra. Entro il 2090 – rivela, proprio in questi giorni, uno studio dell’università di Friborgo -  il 90% di quelli della Svizzera centrale sparirà.

Non solo qui, ma anche adesso. Perché i cambiamenti climatici sono sempre di più non solo un evento locale, ma anche attuale. Già oggi le temperature medie segnalano aumenti che non possono più lasciare indifferenti. Le tre estati più calde dal 1860 ad oggi si sono verificate negli ultimi 15 anni, l’ultima proprio nel luglio scorso. Da Chiasso ad Airolo, la canicola ha fatto “friggere” la Svizzera italiana. Eventi estremi che si verificano a scadenze sempre più ravvicinate e che sono sempre più potenti, sempre più  minacciosi.

Una tendenza che è sotto gli occhi di tutti e che può essere arginata solo dall’intervento dell’uomo. Dopo anni di discussioni, incertezze, dinieghi, scetticismo, finalmente nel 2015 arriva la svolta: l’accordo di Parigi sul clima, a cui ha aderito anche la Svizzera, dovrebbe permettere di contenere  sotto i due gradi il riscaldamento climatico entro la fine del secolo.

Ci riusciremo? La domanda è lecita dopo il voltafaccia degli Stati Uniti e del presidente Donald Trump: la nazione che produce più anidride carbonica al mondo ha deciso di fare marcia indietro e di non rispettare più gli accordi internazionali.

Eppure non è troppo tardi per intervenire, per ascoltare la “scomoda verità”, come l’ha definita l’ex vice presidente degli stati Uniti, Al Gore, trasformatosi in lobbista del clima e autore di un libro e di un film da premio Oscar. Una verità che ha raccontato anche alla RSI, in un’intervista in esclusiva che andrà in onda proprio durante la serata speciale del 29 novembre.
C’è tutto questo e molto di più nell’appuntamento speciale che la SSR dedicherà al tema del cambiamento climatico in Svizzera. Una riflessione strutturata che si svilupperà durante tutto il mese di novembre, coinvolgendo anche le varie testate - da quelle dell’informazione a quelle scientifiche e culturali, sia in radio sia in TV - e che sfocerà in un appuntamento senza precedenti con la diretta televisiva sui 4 canali nazionali.

Un fenomeno, quello del riscaldamento globale, che verrà affrontato attraverso le competenze degli esperti meteorologi e climatologi, ma anche di chi la terra l’ha osservata da una posizione privilegiata, come pochi uomini e donne hanno potuto fare: dallo spazio.

Ma sarà anche l’occasione di dare voce a ospiti che operano in ambiti diversi: dallo specialista di alimentazione al filosofo, perché il cambiamento climatico va raccontato con le parole giuste e cambierà le nostre abitudini, anche quelle alimentari. Si mangerà in modo diverso e non solo: dagli indumenti agli edifici tutto dovrà adeguarsi a un clima più caldo.

Ma non ci sono soltanto brutte notizie. Inaspettatamente, per chi saprà prepararsi, una temperatura media più alta porterà anche opportunità: nell’agricoltura per esempio o nel turismo. La Svizzera, dicono gli esperti, potrebbe trasformarsi nella capitale delle vacanze estive: le sue montagne, anche senza le cime imbiancate, saranno un’oasi di refrigerio per gli accaldati viaggiatori europei, afflitti da un clima ormai torrido.

“Più tre gradi”: un titolo che è anche una sfida: Per l’uomo, per la terra e per la Radiotelevisione svizzera,  che racconterà - come mai era successo prima d’oggi - il futuro del nostro paese nella morsa dei cambiamenti climatici. 

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