Nelle tasche delle piccole centrali idroelettriche finiscono ingiustamente 400 milioni di CHF
27. novembre 2014
Per il suo nuovo studio sull’arricchimento ingiustificato delle piccole centrali idroelettriche (“Vergoldete Kleinwasserkraft”), il WWF Svizzera ha analizzato i dati in suo possesso, relativi a 34 progetti, per poi applicare le cifre individuate ai circa 800 progetti riguardanti piccole centrali idroelettriche che sono in fase di sviluppo in Svizzera e hanno già ricevuto parere positivo per accedere agli incentivi. I risultati ottenuti sono sconvolgenti: oltre il 60 per cento delle centrali sottoposte a verifica consegue un rendimento superiore al 5 per cento, in alcuni casi addirittura superiore al 10 per cento.
Tuttavia, considerato il livello attuale dei tassi e la sicurezza dell’investimento derivante dalla garanzia di acquisto, rendimenti superiori al 5 per cento non sono certo giustificati. Anche la Confederazione mira a un rendimento massimo pari al 5 per cento. Se si fa una stima approssimativa tenendo in considerazione tutti gli impianti idroelettrici che beneficiano della RIC, risulta che la Confederazione eroga a tali centrali sovvenzioni eccessive per circa 400 milioni di franchi, dando così agio ai gestori di conseguire guadagni ingiustamente elevati.
Più piccolo è l’impianto, maggiore è la redditività
La conseguenza di questa abbondanza di incentivi per le piccole centrali idroelettriche è la costruzione di impianti sempre più costosi e problematici dal punto di vista ecologico in prossimità di corsi d’acqua allo stato naturale. La maggior parte di queste piccole centrali non è tuttavia rilevante ai fini della svolta energetica perché funziona soprattutto con le acque di fusione e produce quindi elettricità principalmente in estate, momento caratterizzato in ogni caso da un’offerta di energia elettrica sovrabbondante.
E sono proprio le centrali più piccole a ricevere la rimunerazione più elevata; in alcuni casi arrivano a conseguire un rendimento elevatissimo, superiore al 10 per cento. In questo modo gli incentivi che si vengono a creare sono del tutto controproducenti e la credibilità della rimunerazione a copertura dei costi per l’immissione in rete di energia elettrica (RIC) è messa a repentaglio. “Pertanto è assolutamente necessario stabilire una soglia minima per l’accesso alle sovvenzioni da parte delle piccole centrali idroelettriche” afferma Dani Heusser, esperto per la protezione dei corsi d’acqua presso il WWF Svizzera. “Gli impianti di potenza inferiore a 3 megawatt non dovrebbero più essere incentivati”.
Soldi per 100 000 impianti solari per case unifamiliari
Oggi i contributi per l’energia idroelettrica ammontano fino a 25 centesimi per chilowattora. Con ciò paghiamo per le piccole centrali idroelettriche, che presentano non poche problematiche dal punto di vista ecologico, contributi più alti rispetto agli impianti fotovoltaici, che risultano sì più rispettosi dell’ambiente, ma ricevono meno di 20 centesimi di contributi. La prossima settimana il Parlamento avrà l’occasione di correggere questa sproporzione. “Idealmente la rimunerazione massima andrebbe fissata a 15 cent/KWh” afferma l’esperto del WWF Heusser. “Se i 400 milioni versati in eccedenza venissero destinati alla promozione dell’energia solare, si potrebbero realizzare più di 100 000 impianti standard per case unifamiliari.”
Le richieste del WWF
Più piccoli sono gli impianti, maggiore è la tendenza a sovvenzioni eccessive. I contributi per le centrali idroelettriche vanno quindi adeguati come segue:
· Limitare i contributi: i contributi per l’energia idroelettrica dovrebbero ammontare al massimo a 15 centesimi per chilowattora, tuttavia in nessun caso devono essere superiori ai contributi per gli impianti fotovoltaici.
· Non ricoprire d’oro le centrali: non erogare più sovvenzioni di quelle realmente necessarie per coprire i costi degli impianti.
· Criteri chiari: non incentivare centrali idroelettriche con potenza inferiore a 3 MW e non costruire impianti in prossimità di corsi d’acqua ancora allo stato naturale.
· Niente più finanziamenti a pioggia: focus sulle ubicazioni e sulle tipologie di centrali che provocano il minor impatto ambientale possibile. In primo luogo, procedere al risanamento e allo sviluppo degli impianti esistenti.
Contatto: Daniel Heusser, esperto protezione dei corsi d’acqua presso il WWF Svizzera, dani.heusser @wwf. ch
Qui il riassunto dello studio.