Dalla Svizzera il fotovoltaico bianco per un'integrazione ad hoc
12. novembre 2014
White is the new black. Perlomeno se l’ambito in questione è quello dei moduli solari. Arriva dalla Svizzera, infatti, il primo fotovoltaico bianco, creato con l’obiettivo di rendere l’integrazione edilizia “esteticamente piacevole”. Il Centro svizzero di elettronica e microtecnica (SCEM), una società senza scopo di lucro che si occupa di ricerca applicata, ha reso noto in questi giorni di aver sviluppato una nuova tecnologia per la produzione di moduli fotovoltaici bianchi i cui sono completamente invisibili celle e connessioni. “Per decenni gli architetti hanno chiesto un modo per personalizzare il colore degli elementi solari in maniera tali da fonderli completamente nella superficie dell’edifico come una seconda pelle”, spiegano i ricercatori elvetici. Per ottenere lo speciale pannello bianco (ma il colore potrebbe essere verde, giallo, rosso, ecc.), lo SCEM ha progettato ed applicato su un tradizionale modulo in silicio cristallino ad alte prestazioni, un rivestimento nano-tecnologico che agisce come una sorta di filtro per i raggi solari, disperdendo le lunghezze d’onda meno utili alle celle sottostanti.
“La tecnologia può essere applicata sopra un modulo esistente o integrata in un nuovo prodotto durante l’assemblaggio, su superfici piane o curve”. Il rivestimento permette inoltre di limitare il surriscaldamento del modulo, prolungando l’efficienza dello stesso. “Ora siamo in grado di cambiare colore a tutti i pannelli esistenti o creare look personalizzati da zero. I moduli solari possono scomparire; diventano praticamente delle fonti di energia nascoste. È una soluzione semplice, flessibile e soprattutto low cost”.