Valorizzare un habitat alle pendici del Poncione d'Arzo
13. settembre 2017
Rivista 'Il nostro Paese' - La sezione ticinese del WWF Svizzera ha partecipato al finanziamento, grazie all'appoggio dell'’Alleanza Territorio e Biodiversità’ e della Fondazione Virgina Böger, del progetto promosso dalla Società cacciatori del Mendrisiotto (SCM) poiché, come ha spiegato il suo responsabile Francesco Maggi, il Sottoceneri è una delle aree più ricche in specie e ambienti protetti a livello europeo e scrigno di biodiversità da preservare.
Si tratta del primo caso di collaborazione tra il WWF e un'associazione di cacciatori. Da decenni la Società cacciatori del Mendrisiotto organizza giornate di volontariato intese a preservare spazi vitali (habitat) per numerose specie prioritarie cacciabili; rendendosi conto che tali interventi avevano una portata limitata e che necessitavano di continuità nella gestione, la SCM ha valutato la possibilità di coinvolgere aziende agricole della zona. Di conseguenza, nel 2012, la SCM ha preso contatto con Oikos 2000 Consulenza e ingegneria ambientale Sagl per studiare la possibilità di elaborare un progetto di gestione per salvaguardare spazi aperti e semi-aperti che ospitano diverse specie animali e vegetali; parallelamente ha anche interpellato la Sezione dello sviluppo territoriale del Dipartimento del territorio.
Ne è nato uno studio, realizzalo con la collaborazione dell'Ufficio forestale del lV circondario e sostenuto finanziariamente dall'Ufficio della natura e del paesaggio del Dipartimento del territorio, avente cinque obiettivi: la salvaguardia delle popolazioni di gladiolo piemontese e di altre specie minacciate iscritte nella ‘lista rossa’; il recupero degli habitat di specie prioritarie cacciabili; la valorizzazione degli ecotoni e la riconversione di superfici originariamente semiaperte, favorendo specie arbustive ed arboree eliofile di particolare interesse; il miglioramento della visibilità in vista della caccia ai cinghiali (ungulato che causa rilevanti danni agli agricoltori); la garanzia della gestione agricola delle superfici aperte a medio e a lungo termine. L’investimento complessivo è preventivato in mezzo milione di franchi. Sono state individuate cinque aree di intervento: Scargnora, Bagno, Pre Sciuch, Bolle-Spinirolo e Pre Sacco. Tra queste ne sono state selezionate tre, per le quali è stata valutata una priorità elevata: Pre Sacco, Scargnora e Bagno.
ll recupero di radure, la riconversione di superfici originariamente semiaperte invase dal bosco, la creazione di boschi luminosi e la valorizzazione delle fasce di transizione tra i boschi e gli spazi aperti, costituiscono gli interventi prioritari individuati. Grazie a queste misure altre specie animali e vegetali con esigenze ecologiche analoghe trarranno beneficio. Tra queste ultime vi è il gladiolo piemontese (Gladiolus imbricatus), un fiore fortemente minacciato e presente in Svizzera solamente in poche zone del Sottoceneri, tra le quali il Poncione d'Arzo. Questa specie, legata alla gestione tradizionale del territorio, soffre particolarmente l'agricoltura intensiva, il diffondersi di cespugli e l'avanzare del bosco nonché la concorrenza di altre specie come la felce aquilina.
La realizzazione del progetto è stata avviata nel corso della primavera 2015 nel settore di Bagno, oggetto di interventi promossi direttamente da l'Ufficio della natura e del paesaggio a favore della conservazione del gladiolo piemontese (Gladiolus imbricatus L.): saranno recuperati quasi 6.000 metri quadri di superficie privata, con la ripresa della superficie da parte di un agricoltore della regione. Alla fine del 2016 ha preso il via la seconda fase del progetto, nel comparto Scargnora, che si caratterizza per la presenza di tre prati gestiti, di cui uno iscritto nell'inventario dei prati secchi di importanza cantonale, divisi tra loro da un manto boschivo chiuso. L'obiettivo è di: valorizzare gli habitat per le specie prioritarie (in particolare per la lepre); migliorare la struttura dei prati e del margine boschivo con una fascia arbustiva; creare un bosco luminoso; ricreare le condizioni favorevoli al gladiolo piemontese; migliorare la visibilità per l'abbattimento dei cinghiali; contenere le neofite invasive (Robinia pseudoacacia, Buddleja davidii, Paulownia tomentosa) e le specie indigene infestanti (Rubus spp., Pteridium aquilinum).
ln sintesi, lo studio e il progetto di intervento proposto dalla SCM sono di ampio respiro e vanno oltre gli abituali interventi puntuali di recupero degli habitat che le società di caccia includono nelle loro attività. Per l'elevato impatto positivo a favore della biodiversità l'iniziativa ha raccolto un ampio consenso che è un buon auspicio per ulteriori collaborazioni e progetti su tutto il territorio cantonale.