Rapporto 2019 sulla qualità dell'aria in Ticino

23. giugno 2020

Bene le polveri fini, non così l'ozono. Miglioramenti costanti negli ultimi trent'anni di misurazioni in Ticino. Ma sono necessari 'ulteriori progressi'.

di Cristina Ferrari , LaRegione


Sono costanti i progressi, negli ultimi trent'anni di misurazioni. Miglioramenti che però, annota il Dipartimento cantonale del territorio, non devono far abbassare la guardia. È questo il succo del rapporto 2019 “Qualità dell’aria in Ticino”, scaricabile online – unitamente agli allegati con i dati di dettaglio dei singoli punti di misura – dal sito internet dell’Ufficio dell’aria, del clima e delle energie rinnovabili: www.ti.ch/aria.  

Osservati speciali, anche nel 2019, in quanto inquinanti che superano i limiti fissati dall’Ordinanza contro l’inquinamento atmosferico, sono il diossido di azoto (NO2), l’ozono (O3), e le polveri fini (Pm10). Se, infatti, il 2019 presenta un bilancio positivo per il diossido di azoto e le polveri fini, in particolare grazie ai nuovi minimi storici delle concentrazioni medie annue, il carico ambientale causato dall’ozono rimane elevato nonostante una diminuzione, rispetto all’anno precedente, delle ore di superamento del limite orario.  

"Per far fronte a questa situazione non conforme alla legge e contrastare l'inquinamento – si legge nel rapporto – occorre migliorare e rendere più specifici i provvedimenti adottati nel 2018 dal Consiglio di Stato tramite il Piano di risanamento dell'aria. Due sono le strade da percorrere: da un lato il ricorso a provvedimenti tecnici in grado di diminuire le emissioni alla fonte, dall'altro la riduzione dei consumi (es. i chilometri percorsi in auto) e dunque indirettamente la riduzione delle emissioni complessive".

Diossido di azoto 

Nel 2019 il bilancio delle immissioni di NO2 mostra un nuovo miglioramento, con una diminuzione delle medie annue in tutte le stazioni di misura e nuovi minimi storici dopo quelli del 2018, 2016 e del 2014. Fatta eccezione per le due stazioni di misura ubicate a lato dell’autostrada, solamente le stazioni di Chiasso e Mendrisio superano infatti leggermente la media annua stabilita dall’OIAt. A prescindere dal forte influsso delle condizioni meteorologiche, la tendenza al miglioramento sembra essersi consolidata nel corso dell'ultimo decennio, con diminuzioni molto più marcate durante gli anni meteorologicamente favorevoli alla dispersione degli inquinanti rispetto agli aumenti registrati durante gli altri anni.  

Ozono  

Il semestre estivo del 2019 è stato caratterizzato da una serie di condizioni meteorologiche estreme, la cui frequenza è andata intensificandosi nel corso degli ultimi anni. La terza estate più calda dall’inizio delle misurazioni, così come due lunghe ondate di calore hanno così pesato fortemente sul bilancio dell'ozono: oltre al numero di ore durante le quali è stato superato il limite di legge, la prima ondata di calore è stata determinante per l’introduzione di provvedimenti urgenti atti a fronteggiare un episodio di smog estivo acuto. Una situazione di questo genere non si presentava dal lontano 2006.  

Polveri fini  

Dall’inizio delle misurazioni delle Pm10 in Ticino i dati registrati nel 2019 sono i più bassi in assoluto, sia per quanto riguarda le medie annue sia per il numero di giorni con superamento del valore limite giornaliero (50 μg/m3), per il quale l’Ordinanza permette un limite massimo 3 superamenti annui. Oltre all’assenza di episodi di smog acuto invernale, il 2019 si contraddistingue anche per essere il primo anno in cui le medie annue di tutte le stazioni di misura ticinesi rispettano il valore limite stabilito dalla legge (20 μg/m3). 

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