Presto in vigore l’accordo di Parigi ma la Svizzera resta indietro

05. ottobre 2016

Ieri il Consiglio europeo ha votato la ratifica dell’accordo di Parigi che così potrà presto entrare in vigore. La svolta energetica globale avanza a passo sostenuto, ma la Svizzera arranca.

Il mondo si è messo in moto per salvare sé stesso: nel 2015, oltre 195 stati hanno concluso a Parigi un accordo che entrerà nella storia. Ancora più sorprendente è la velocità di alcuni stati, Cina e Stati Uniti prima di molti, nel decidere la ratifica. I 55 paesi necessari, responsabili per almeno il 55% delle emissioni globali, da oggi sono ufficialmente uniti per consentire all'accordo di entrare in vigore. Un accordo che per la prima volta obbliga tutti gli stati alla tutela del clima, ponendosi un obiettivo ambizioso e basato su dati scientifici: contenere il riscaldamento globale del pianeta a un livello di 1,5 gradi, o comunque nettamente al di sotto dei 2 gradi. La nuova legge svizzera sul CO2 dovrebbe servire a permettere l'applicazione dell'accordo di Parigi. Ma il disegno di legge presentato non soddisfa affatto questo requisito.
 
Il Consiglio federale, nel disegno di legge, non ha ripreso in alcun modo gli obiettivi di Parigi sul clima, né tanto meno previsto le misure necessarie al loro raggiungimento. La Svizzera, secondo il testo, dovrà abbassare le proprie emissioni solo dell’ 1% all’anno nel corso del prossimo decennio. Gli stessi Stati Uniti e l’Unione europea hanno assunto impegni doppiamente più vincolanti (2%). Per rispettare l’accordo, bisognerebbe arrivare al 4%. Espresso con altre cifre, le emissioni elvetiche, a livello interno, dovrebbero diminuire non del 30%, ma del 60% entro il 2030 rispetto al 1990. Secondo Philip Gehri, responsabile di progetto Clima ed Energia per il WWF Svizzera, "il Consiglio federale riduce l’accordo di Parigi a nulla più di un buon proposito, che comunque ignora".
 
Il WWF già da mesi ha presentato un "Masterplan clima Svizzera” insieme all’Alleanza climatica. Questo piano stabilisce i requisiti che la nuova legge sul CO2 deve soddisfare, definendo anche le modalità per consentire un abbassamento delle emissioni di gas serra ai livelli necessari. La Svizzera, ne siamo convinti, non rende a sé stessa alcun servizio negandosi gli investimenti necessari in un futuro sicuro. E ad approfittare maggiormente della tutela del clima e della svolta energetica globale sono invece proprio i paesi che procedono su questa strada con determinazione. Sarebbe auspicabile che la Svizzera non si limitasse a esultare di fronte ai cambiamenti globali, ma che prendesse anche lei in mano il timone della svolta.  

Nel suo Masterplan clima, l’Alleanza climatica ha elencato una serie di obiettivi e raccomandazioni: http://www.klima-allianz.ch/fr/masterplan-climat/. L’Alleanza climatica, con le circa 60 organizzazioni che ne fanno parte (fra cui il WWF Svizzera), presenterà una sua presa di posizione per dare un parere dettagliato sulla revisione della legge sul CO2. Il modello sarà disponibile fino a metà ottobre.

 
Contatto:
Philip Gehri, responsabile di progetto Clima ed Energia, 079 699 65 84
Manuel Graf, responsabile Politica, 079 836 79 36
Francesco Maggi, responsabile WWF Svizzera italiana, 078 791 68 56 

.hausformat | Webdesign, TYPO3, 3D Animation, Video, Game, Print