Per frenare la deforestazione bisogna passare all’azione

16. marzo 2018

La Fao ha ospitato nei giorni scorsi una grande conferenza internazionale “Working across Sectors to Halt Deforestation and Increase Forest Area – from Aspiration to Action”. Pubblichiamo un intervento di Eva Mueller, direttrice del Dipartimento Foreste della Fao

LaStampa.it - Immaginate un’area delle dimensioni del Belgio, coperta da foreste e alberi che forniscono cibo, carburante, medicine, riparo e reddito per gli abitanti locali, ed allo stesso tempo conservano il suolo e l’acqua per le fattorie e assorbono il carbonio dall’atmosfera. 

Ora, immaginate quell’area spogliata interamente dei suoi alberi. Questa è la quantità di aree forestali perse ogni anno nel mondo. Il costo finale della deforestazione è incommensurabile, e i suoi effetti si estendono ben oltre la foresta stessa. 

Una volta scomparse le foreste e gli alberi, la stessa sorte tocca all’integrità del suolo e dei sistemi idrici a loro sostegno - spesso in modo permanente. Il 75% di tutta l’acqua dolce per le aziende agricole, l’industria e le abitazioni proviene da foreste e da zone umide. Le foreste inoltre sequestrano più carbonio di qualsiasi altro ecosistema terrestre e quando vengono distrutte, il carbonio viene rilasciato nell’atmosfera, influenzando negativamente il clima globale. 

Gli impatti negativi della deforestazione sulle persone e sull’ambiente sono quindi di vasta portata. L’aumento della perdita di foreste significa anche che, senza delle adeguate ed importanti correzioni nell’uso del suolo, il mondo probabilmente non riuscirà a raggiungere obiettivi globali fondamentali, come, in particolare, gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile.  

La deforestazione minaccia allo stesso tempo gli Obiettivi a tutela delle foreste e quelli volti a sconfiggere la fame e la povertà, a tutelare la salute e a combattere i cambiamenti climatici – obiettivi questi che dipendono in notevole misura dai beni e servizi offerti dalle foreste.  

Per comprendere appieno questa tematica, dobbiamo riferirci all’Obiettivo per lo Sviluppo Sostenibile numero 15 (SDG 15): “Vita sulla terra”, i progressi verso il quale verranno valutati dall’ High-level Political Forum on Sustainable Development (HLPF - Forum di Alto Livello sulle Politiche per lo Sviluppo Sostenibile N.d.T.) a luglio di quest’anno. 

L’ SDG 15 richiede che, entro il 2020, venga promossa la gestione sostenibile di ogni tipo di foresta; si ponga fine alla deforestazione; vengano ripristinate le foreste degradate e vengano aumentate in modo sostenibile sia l’afforestazione che la re-forestazione. Tutti obiettivi molto ambiziosi. 

L’SDG15 richiede inoltre che, attraverso la gestione sostenibile delle foreste, venga tutelata anche la biodiversità, venga ripristinato e promosso l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri e venga arrestando e invertito il degrado del suolo. 

Nessuno di questi obiettivi può essere raggiunto se le foreste non verranno messe al centro di politiche, strategie di sviluppo e azioni che vanno ben oltre il settore forestale. 

Questo perché molti dei fattori che portano al disboscamento si ritrovano al di fuori del settore forestale stesso e sono radicati in questioni sociali ed economiche più ampie. Tra queste, ad esempio, le politiche per affrontare la povertà o volte a promuovere una destinazione d’uso delle terre che porti a maggiori o più rapidi guadagni, come l’energia, l’estrazione mineraria, i trasporti e l’agricoltura. 

Inoltre, una popolazione mondiale in crescita, destinata a raggiungere 9,6 miliardi entro il 2050, rende di fondamentale importanza trovare metodi per sfamare le persone mantenendo ed espandendo le foreste per soddisfare altri bisogni umani.  

Tutelare le foreste e la sicurezza alimentare - si può fare.  

Una ricerca pubblicata dalla FAO mostra come, nell’ultimo quarto di secolo, più di 20 paesi abbiano migliorato la sicurezza alimentare, mantenendo allo stesso tempo, o aumentando, la copertura forestale.  

La produzione alimentare può espandersi attraverso l’intensificazione agricola e altre importanti misure politiche. Vietnam, Ghana e Tunisia sono solo alcuni esempi di paesi molto diversi tra loro che hanno raggiunto risultati importanti grazie al coordinamento delle politiche in diversi settori, incluso l’agricoltura, la silvicoltura, la pianificazione dell’uso del territorio e i diritti della proprietà fondiaria. 

Condividere le competenze e aumentare la consapevolezza sono passi fondamentali di questo processo. I governi devono perciò lavorare a stretto contatto con le popolazioni indigene, i rappresentanti delle comunità, le associazioni del settore privato e le organizzazioni internazionali. Gli impegni di responsabilità aziendale da parte delle grandi aziende operanti nel settore agricolo sono altrettanto importanti. Un impegno ampio e inclusivo può portare a una rivalutazione del ruolo delle foreste nella produzione agricola. La tecnologia innovativa deve essere condivisa e applicata in misura maggiore, considerando strumenti finanziari internazionali e partenariati pubblici-privati, ed esaminando le questioni relative alla governance. 

Non c’è tempo da perdere. Arrestare e invertire la deforestazione a livello mondiale rappresenta un’enorme sfida e richiederà sia volontà politica sia un’azione concertata in tutti i settori a tutti i livelli. Questo sforzo potrebbe influenzare le decisioni cruciali attese quest’anno, in cui le Nazioni Unite faranno il punto della situazione sul progresso degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, che a loro volta influenzeranno le azioni di follow-up da parte di stati, imprese e partner della società civile a tutti i livelli.  

Agendo collettivamente e prontamente, possiamo affrontare la sfida globale della deforestazione, raggiungere i nostri obiettivi e garantire che il mondo oggi e in futuro continui a godere di tutti i beni e servizi forniti dalle foreste. 

 

* Direttrice del dipartimento Foreste, FAO   

 

Qui potete leggere l'articolo originale di LaStampa.it.

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