Nel laboratorio del lupo
10. febbraio 2017
Osservare i lupi è difficile, catturarli quasi impossibile. Per studiare il modo in cui le loro popolazioni evolvono, bisogna basarsi sulle tracce che lasciano sul terreno (peli, escrementi, saliva, …) analizzandole geneticamente. È questo il compito, tutt’altro che semplice, che Luca Fumagalli, direttore del Laboratorio di biologia della conservazione dell’Università di Losanna (UNIL) svolge da oltre 15 anni su mandato dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM).
Settimanalmente, l’istituto Kora spedisce da Berna i campioni raccolti al laboratorio universitario. La prima domanda a cui Fumagalli e le sue assistenti cercano di trovare una risposta è la seguente: il DNA che vi è contenuto appartiene a un lupo? In caso affermativo, ulteriori analisi sono effettuate per stabilire se si tratta di un esemplare già individuato in precedenza. I risultati sono poi comunicati all’UFAM e ai cantoni, che li utilizzano secondo le loro necessità.
Ma quanti sono? Una domanda difficile…
I dati ottenuti permettono di stabilire solo in maniera approssimativa il numero minimo di lupi sul territorio elvetico, e questo per diverse ragioni.
Prima di tutto, i lupi sono molto mobili, si spostano rapidamente lungo tutto l’Arco alpino e non è detto che un animale deponga il suo DNA o che quest'ultimo sia reperibile, ad esempio su una preda.
Secondariamente, il campionamento non è fatto in modo esaustivo su tutto il territorio nazionale. La maggior parte del materiale genetico analizzato a Losanna è raccolto in seguito ad attacchi alle greggi. I lupi che si nutrono esclusivamente delle loro prede naturali vengono campionati solo raramente.
Infine, le analisi sono complesse e il loro successo (in particolare per stabilire un profilo genetico individuale) dipende dalla “qualità” del DNA trovato. Circa il 40-45% delle tracce ricevute sono attribuite al lupo e, fra queste ultime, solo il 60% è riconducibile a un preciso individuo.
Da quando è attivo, il laboratorio ha potuto individuare più di 90 esemplari differenti che hanno transitato sul territorio elvetico.
Questo l’avete già visto?In Francia e in Italia esistono dei laboratori che svolgono lo stesso lavoro e con i quali Fumagalli è in contatto. Tuttavia, i materiali e i metodi d’analisi utilizzati sono diversi, ed è problematico confrontare i risultati per sapere se un determinato esemplare è già stato individuato in altri centri.
“Per ragioni politiche, economiche, di tempo e di volontà non ci si è messi d’accordo sui protocolli di laboratorio da utilizzare”, spiega lo scienziato, che se ne rammarica: “Dopo tutto questo tempo, avremmo dei dati molto interessanti che avrebbero permesso di spingere la ricerca un po’ più lontano”.