L’uscita pianificata è nell’interesse di popolazione e ambiente
03. novembre 2016
L’iniziativa per l’abbandono del nucleare completa nel migliore dei modi la Strategia energetica 2050 e definisce tempistiche chiare per lo spegnimento dei vecchi reattori svizzeri entro il 2029. «Grazie alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica potremo garantire in futuro un approvvigionamento elettrico sicuro senza fonti fossili e nucleari», dichiara Thomas Vellacott, direttore del WWF Svizzera.
Con l’iniziativa l’impatto e i costi ambientali vengono ridotti in modo considerevole: l’energia nucleare è più sporca rispetto alle fonti rinnovabili, in particolare a causa delle problematiche scorie radioattive e del trattamento dell’uranio. Senza dimenticare le conseguenze catastrofiche per la popolazione e la natura nel caso di un possibile disastro nucleare. «Un incidente in una centrale nucleare svizzera renderebbe inabitabile per decenni gran parte del nostro territorio densamente popolato. Inoltre distruggerebbe in modo irreversibile la biodiversità del nostro paesaggio», sottolinea Rico Kessler di Pro Natura.
Le rinnovabili possono sostituire il nucleare e il carbone
Le alternative al parco nucleare più vetusto al mondo sussistono già adesso: in Europa negli scorsi anni sono stati costruiti numerosi impianti rinnovabili nuovi e l’elettricità disponibile diventa sempre più pulita. Anche la Svizzera ha dato il suo contributo: «Una centrale come quella di Mühleberg è di fatto già stata sostituita con progetti in Svizzera, altre due centrali con investimenti svizzeri all’estero», indica Christian Engeli, responsabile delle campagne di Greenpeace Svizzera.
Tutti i reattori svizzeri possono essere sostituiti gradualmente entro il 2029 e l’Alleanza Ambiente ha mostrato come la Svizzera può dotarsi di un approvvigionamento elettrico rinnovabile e indigeno al 100%: bit.ly/2dXtdeV. Nessun altro paese è meglio attrezzato per la svolta energetica: abbiamo a disposizione l’idroelettrico, il solare, l’eolico, la biomassa e la geotermia. Con verifiche corrette e fattuali si possono realizzare impianti energetici velocemente e in armonia con la natura, tenendo conto degli interessi legati alla protezione del paesaggio, del territorio e della natura.
I contrari all’iniziativa parlano spesso di protezione del clima per motivare il loro no; ciò è fuorviante e ipocrita se si considera che sono proprio loro ad aver osteggiato finora un’imposta sulle energie sporche provenienti dall’estero e maggiori misure per la protezione del clima. «Non verrà costruita alcuna centrale a carbone supplementare a causa di questa iniziativa», assicura Florian Brunner, responsabile di progetto della Fondazione Svizzera dell’Energia. «Al contrario, l’iniziativa per l’uscita pianificata dal nucleare costituisce un vantaggio anche per il clima: favorisce infatti una transizione veloce e vincolante verso fonti di energia rinnovabile e rispettose del clima.»
Per ulteriori informazioni:
Marco Fähndrich, addetto stampa Greenpeace Svizzera, 079 374 5973
Rico Kessler, responsabile della divisione Politica e internazionale di Pro Natura, 061 317 9222
Matthias Müller, responsabile ATA, 031 328 5854
Pierrette Rey, portavoce WWF Svizzera, 021 966 7375.
Florian Brunner, responsabile di progetto SES, 044 275 2124