L'Unesco saggia i faggi valmaggesi
18. settembre 2020
Di Stefano Pianca, Tio
Sono candidate ad entrare a far parte del Patrimonio mondiale. Parliamo delle faggete valmaggesi che negli scorsi giorni sono state visitate da una delegazione dell'Unesco. Ad accompagnare l’esperto Jan Woolhead nei boschi delle Valli di Lodano, Busai e Soladino, c'erano anche rappresentanti e specialisti cantonali del Dipartimento del territorio e federali (UFAM). Il comparto vallerano potrebbe contribuire al potenziamento di un bene seriale (non circoscritto a un singolo elemento) che accorperà ben 108 siti distribuiti in venti nazioni europee.
Lo scorso gennaio è stata depositata al Centro del Patrimonio mondiale dell’Unesco a Parigi la candidatura congiunta di dieci Stati, coordinata dalla Svizzera (Ufficio federale dell’ambiente, UFAM), per inserire le faggete delle riserve forestali valmaggesi e di Bettlachstock (Soletta) nel bene seriale “Faggete antiche e primarie dei Carpazi e altre regioni d’Europa”. «Grazie alla loro mirabile capacità di adattarsi a una molteplicità di condizioni climatiche, geografiche e fisiche, le faggete sono infatti la testimonianza vivente dell’evoluzione ecologica e biologica postglaciale che ha caratterizzato (e caratterizzerà) il nostro continente» sottolinea il DT.
La candidatura delle faggete valmaggesi è scaturita, continua il comunicato stampa, «dallo spirito di lungimiranza dei Patriziati di Lodano, Someo e Giumaglio, sostenuti da Comune di Maggia, Centro natura Vallemaggia, Associazione dei Comuni di Vallemaggia e Fondazione Vallemaggia Territorio Vivo (Antenna Vallemaggia). Operazione, questa, avvenuta a piccoli passi: dalla decisione dell’Assemblea patriziale di Lodano di destinare a riserva dapprima (2010) gran parte dell’alta valle e in seguito (nel 2016) i restanti boschi (con alcune piccole eccezioni), sino al 2019, quando le Assemblee patriziali di Someo e Giumaglio hanno incluso nell’area protetta consistenti proprietà delle Valli Busai e del Soladino».
Nell’ambito della campagna federale sulla biodiversità forestale e in occasione della visita di valutazione della faggeta, ieri gli Splüi di Lodano hanno fatto da scenario al debutto dello spettacolo “Humus” di Moira Dellatorre (con la regia di Laura Rullo), ispirato alla natura e alla versatilità biologica del faggio.