L’energia solare potrebbe creare molti nuovi posti di lavoro
21. luglio 2020
Da Tio
Con l’approvazione della Strategia energetica 2050, la Svizzera ha tracciato la via per un futuro in cui l’energia verrà sfruttata in maniera più efficiente e sostenibile riducendo inoltre la dipendenza dalla produzione energetica estera. Entro il 2035, il consumo di energia medio pro capite in Svizzera dovrà essere ridotto del 43% rispetto all’anno base 2000 mentre al contempo la produzione di elettricità da fonti rinnovabili come l’energia solare, eolica o idrica, la biomassa e l’energia geotermica dovrà aumentare a 14,5 terawattora. Entro il 2050, l’energia prodotta dalle cosiddette nuove energie rinnovabili dovrà ammontare a 24 terawattora. Per quanto riguarda lo sfruttamento dell’energia solare e idrica per la produzione di energia, la Svizzera, nel confronto europeo, occupa attualmente una delle ultime posizioni. A seguito degli sforzi per la protezione del clima e per la decarbonizzazione, il settore della produzione elettrica diventa sempre più importante: rinunciando alle energie fossili come il petrolio, il fabbisogno di elettricità aumenta.
La Fondazione svizzera per l’energia ha confrontato la produzione pro capite di energia solare ed eolica (le cosiddette nuove energie rinnovabili) in Svizzera e nei 28 Stati membri dell’UE. Nel 2019 nel nostro Paese sono stati prodotti 284 chilowattora di elettricità solare ed eolica per abitante. In Germania erano più di 2000 chilowattora, in Austria più di 1000 chilowattora e in Francia e in Italia oltre 700 chilowattora. In confronto allo scorso anno, la Svizzera ha guadagnato una posizione e si trova ora al ventiquattresimo rango su ventinove, poco sopra Repubblica Ceca, Ungheria, Slovenia, Slovacchia e Lettonia. Al primo posto troviamo la Danimarca, seguita dalla Germania, dalla Svezia, dall’Irlanda e del Portogallo.
Il potenziale di produzione dell’energia solare è elevato
Tenendo in considerazione solo il fotovoltaico, la Svizzera si trova al settimo rango. Ai primi posti per quanto riguarda l’energia solare troviamo Germania, Malta, Italia, Belgio e Grecia. Il fatto che anche le nazioni del nord dell’Europa siano presenti nei primi ranghi dimostra ancora una volta che la diffusione del fotovoltaico dipende solo in parte dall’intensità dell’irraggiamento solare. L’Ufficio federale dell'energia stima che il potenziale di produzione di energia solare sui tetti e le facciate degli edifici in Svizzera ammonta a 67 terawattora all’anno ossia 40 volte superiore rispetto a quanto possibile oggi. La SES ritiene che sia realistico calcolare tra gli 80 e i 100 terawattora: «Oltre ai tetti e alle facciate, anche altre costruzioni come dighe e ripari fonici possono essere sfruttati in maniera sostenibile e dotati di pannelli solari», spiega Felix Nipkow, capo del servizio specializzato nelle energie rinnovabili della SES. Grazie a un potenziamento infrastrutturale, il conflitto tra protezione dell’ambiente e conservazione del paesaggio potrebbe essere evitato.
Un nuovo studio della ZHAW di Wädenswil sul potenziamento della produzione di elettricità grazie all’energia solare mostra quanti posti di lavoro potrebbero essere creati grazie a un maggior sfruttamento del fotovoltaico. In due anni si creerebbero 7000 nuovi posti di lavoro che diventerebbero 14 000 in cinque anni. «Se decidessimo di equipaggiare le superfici più facilmente sfruttabili con pannelli solari, sarebbe necessario creare circa 14 000 nuovi posti di lavoro», spiega Jürg Rohrer, autore dello studio e capo del gruppo di ricerca Energie rinnovabili della ZHAW. Secondo la ZHAW, il potenziale di creazione di posti di lavoro è realizzabile in breve tempo. 12 000 nuovi posti di lavoro verrebbero creati solo grazie al montaggio: è possibile apprendere le basi più importanti grazie a un breve corso di pochi giorni o settimane. Altri 2000 posti sarebbero legati alla pianificazione specializzata per la quale, dopo aver acquisito le conoscenze preliminari, è necessaria una formazione continua di circa sei mesi. Secondo l’autore dello studio, dopo il 2040 diventerà inoltre necessario sostituire gli impianti fotovoltaici più vecchi e il numero di posti di lavoro nel settore del fotovoltaico si attesterà a livelli decisamente più elevati rispetto ad oggi. «Investire oggi nell’energia solare contribuisce al raggiungimento degli obiettivi climatici, crea nuovi posti di lavoro e rafforza la sicurezza dell’approvvigionamento nel settore dell’elettricità», conclude Nipkow.