La mutevole natura della natura

17. aprile 2017

La situazione della nostra flora non è rallegrante: su 2613 specie, la nuova Lista Rossa annovera ben 725 specie minacciate o addirittura estinte, un peggioramento rispetto al censimento del 2002

Azione.ch - A chi è solito percorrere regolarmente lo stesso sentiero durante il corso dell’anno, in pianura o collina, lungo le rive di laghi e fiumi, fra boschi o sui monti, il paesaggio può apparire, al di là dei cambiamenti stagionali, familiarmente immutabile. Quel faggio è sempre stato lì, subito dopo la curva; quel cespuglio fiorito in primavera non si è mosso da lassù, quel prato è l’ultima fatica prima della cima. Uno, due o più anni dopo, a uno sguardo meno affrettato, si può presentare uno scenario diverso: sotto il faggio sta crescendo qualcosa di nuovo, nel prato non si vedono più quei bei fiori bianchi. 

La natura è dinamica, tutto cambia. Se poi si osserva con la massima attenzione, si segue pianta per pianta, si conta il numero di specie presenti nel prato, si misura l’estensione di un bosco, allora tutto ci appare ancor più mutevole: ci sono specie che avanzano, altre che regrediscono, altre ancora che arrivano, altre che spariscono. L’analisi del mutamento è esposta nelle Liste Rosse, elenchi di specie di animali, piante, funghi, suddivise in categorie secondo il loro stato di salute: estinte, minacciate di estinzione, vulnerabili, non minacciate. 

A intervalli regolari, le Liste Rosse devono essere aggiornate. L’ultimo aggiornamento è la nuova Lista Rossa delle piante vascolari della Svizzera che sostituisce la precedente del 2002: è stata pubblicata nel settembre dello scorso anno ed è stata realizzata da Info Flora su mandato dell’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam). 

Le piante vascolari sono le piante a fiori, le felci, i licopodi e gli equiseti. Si chiamano così perché, a differenza di muschi e alghe, possiedono al loro interno dei vasi conduttori per il trasporto della linfa. La loro varietà è enorme: sono piante vascolari le tenere pratoline come le maestose e contorte querce. La flora svizzera conta circa tremila fra specie e sottospecie di piante vascolari. 

Per l’allestimento della Lista Rossa se ne sono considerate 2712 perché volutamente si sono escluse le neofíte, ovvero le piante esotiche naturalizzate. Revisione e aggiornamento di una Lista Rossa sono lavori lunghi e complessi, sempre in svolgimento e che richiedono la collaborazione di centinaia di persone, coordinate da Info Flora, il Centro nazionale dei dati e delle informazioni sulla flora svizzera, presente anche in Ticino, presso il Museo cantonale di storia naturale a Lugano. Oltre a considerare i dati dell’ultima Lista Rossa, le informazioni presso gli erbari, le fonti storiche, è indispensabile muoversi sul territorio per la ricerca e la valutazione delle specie. 

Per questo, sono stati effettuati durante gli anni ben 6mila sopralluoghi mirati. Senza il prezioso apporto degli oltre 400 botanici volontari – ci dice Stefan Eggenberg di Info Flora e coautore della Lista Rossa – la nuova Lista Rossa non ci sarebbe. Info Flora offre anche l’interessante opportunità di partecipare alla ricerca sulla nostra flora agli appassionati botanici non professionisti, che possono dare un importante apporto alla conoscenza della nostra flora. Assegnare ogni specie alla giusta categoria non è impresa semplice né può essere fatta arbitrariamente ma segue uno stretto protocollo internazionale secondo le direttive dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). 

Le Liste Rosse, pubblicate e riconosciute dall’Ufficio federale dell’ambiente, sono uno strumento di grande importanza per la protezione delle specie e dei biotopi in Svizzera. La Lista Rossa è indispensabile per decidere quali misure adottare per il mantenimento e la promozione della biodiversità, per la coordinazione e la collaborazione in progetti internazionali di protezione della natura, per la sensibilizzazione della popolazione verso flora e fauna. 

La situazione della nostra flora non è rallegrante. Se togliamo 99 specie che, per varie ragioni, non si sono potute considerare, ne rimangono 2613 e ben 725 di queste, il 28%, sono minacciate o addirittura estinte e formano quella che è la vera e propria Lista Rossa. Ma altre 415 specie, il 16%, figurano come quasi minacciate che, aggiunte alle prime, danno un preoccupante 44%. Il 56% della nostra flora, 1473 specie sono, almeno per ora, non minacciate. Poiché per le due Liste Rosse del 2002 e del 2016 si sono adottati gli stessi criteri, è possibile fare qualche confronto. Nel 2002, le specie minacciate o estinte erano il 30%. Rispetto al 28% attuale, si potrebbe pensare a un miglioramento. 

In realtà – come ci spiega Brigitte Marazzi, responsabile di Info Flora Sud delle Alpi – non è così. Alcune specie si sono spostate da una categoria all’altra. Per esempio il numero di specie estinte è aumentato. «Non possiamo parlare di un’inversione della tendenza, sta solo rallentando il peggioramento». Occorre comunque riconoscere che alcune azioni mirate di protezione hanno dato i loro frutti, il che incoraggia a proseguire su questa linea. Ma si tratta di poche specie e limitate a territori ristretti: non possiamo pensare di proteggere le specie minacciate salvandole all’interno di qualche giardino botanico. 

La protezione deve avvenire a livello ben più vasto, con la salvaguardia in primo luogo degli ambienti di vita di queste piante. La situazione è particolarmente grave negli ambienti acquatici, lungo le rive, nelle torbiere, nei prati e pascoli magri delle basse quote, nei campi e nei vigneti, mentre da boschi, ambienti alpini e prati pingui giungono segnali meno preoccupanti. Lungo le rive di acque ferme e correnti vivono 144 specie e il 65% sono sulla Lista Rossa, minacciate o estinte. Saxifraga oppositifolia subsp. amphibia, endemica del Lago di Costanza, è addirittura estinta a livello mondiale. 

Oltre la metà delle specie di acque ferme e correnti e delle sorgenti è minacciata o estinta. Perfino Nymphaea alba, la ben nota ninfea, un tempo molto diffusa, è entrata a far parte delle specie quasi minacciate. La Lista Rossa non si limita però a metterci in guardia contro il degrado della nostra flora ma propone anche una serie di misure. E, visto che la causa principale, se non l’unica, risiede nella scomparsa e nella perdita di qualità degli ambienti naturali dovute alle attività umane, non resta che correggere i nostri comportamenti. 

Per esempio, si potrebbero creare delle zone cuscinetto fra le acque ferme e correnti e i campi coltivati intensivamente, con tutte le loro immissioni di concimi e pesticidi; rivitalizzare rive di laghi e fiumi eccessivamente cementificate. Per le torbiere, i prati magri e non solo: ridurre le immissioni di composti azotati provenienti da agricoltura e traffico; mantenere strisce di natura lungo sentieri, strade, margini di boschi. 

Proteggere le piante non vuol dire solo salvaguardare l’esistenza delle specie, ciò che comunque si giustificherebbe perché ogni creatura ha un suo valore intrinseco. Ma ogni pianta è collegata alle altre e a tantissime specie di animali, insetti, uccelli, pesci, all’intero complesso sistema naturale, in un’intricata rete di relazioni non ancora pienamente conosciute. E, dentro questo meraviglioso e delicato intreccio, ci siamo anche noi. 

Qui potete trovare l'articolo di Marco Mrtucci pubblicato su azione.ch.

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