La dieta vegana potrebbe non essere salutare…per l’ambiente
24. agosto 2016
Rivistanatura.com - Decidere di diventare vegani è una scelta personale ispirata spesso da motivazioni etiche, salutistiche e di consapevolezza ambientale. I detrattori di questa filosofia alimentare puntano le loro critiche soprattutto sui presunti (o meno, non sta a noi valutarlo in questa sede) rischi per la salute.
Piuttosto originale, invece, tanto da meritare qualche riga di descrizione, l’affermazione che la dieta vegana non sarebbe l’opzione più sostenibile per l’ambiente.
Un gruppo di ricercatori ha pubblicato sul periodico Elementa delle simulazioni biofisiche che mettono a confronto diverse diete: la vegana, due vegetariane – una con latticini, la seconda con latticini e uova-, 4 regimi alimentari onnivori, una a basso contenuto di grassi e zuccheri, l’ultima che rispecchia la dieta media dell’americano moderno.
Quello che hanno scoperto è che la quantità di persone sfamabili indefinitamente con le risorse dell’ecosistema, nel caso della dieta vegana è inferiore alle due diete vegetariane e a due delle diete onnivore. Praticamente, nella scala della sostenibilità la dieta vegana si piazzerebbe a “metà classifica”.
Infatti, come pura ipotesi di studio, se la dieta vegana fosse seguita dall’intera popolazione mondiale, la terra coltivabile non sarebbe sufficiente a sfamare tutti. Questo perché i differenti regimi alimentari richiedono un diverso sfruttamento del terreno e non sono equivalenti in termini di produzione.
Per esempio, il terreno a pascolo spesso è inadatto per coltivare frumento, ma ideale per allevare mucche e pecore. La coltivazione di vegetali, frutta e noci sottrae terreno ai cereali e frumento, dai quali si traggono anche più raccolti l’anno, destinati, sia al consumo umano, sia all’allevamento animale.
Tra le diete esaminate, la vegana è quella che utilizza in misura minore le erbacee perenni per i foraggi e spreca, quindi, la possibilità di produrre grandi quantità di cibo. Le coltivazioni perenni possono sopravvivere per molte stagioni, senza seguire il ciclo stagionale e con minore lavoro agricolo e conseguente impatto più contenuto sull’ambiente. L’utilizzo misto del terreno per coltivazioni annuali e perenni può giovare, sia alla sicurezza dell’approvvigionamento alimentare, sia all’ambiente.
Dai calcoli ipotetici pubblicati su Elementa, se l’agricoltura americana fosse totalmente dedicata alla dieta vegana potrebbe sfamare circa 735 milioni di persone, mentre adottando una dieta vegetariana con latticini si salirebbe a 807 milioni.
Naturalmente si può obiettare che questo studio riflette una visione utilitaristica e antropocentrica e che non tocca l’aspetto etico: mentre la questione se la scelta vegana sia o no la migliore per l’ambiente e per il futuro dell’umanità è ancora aperta. Certamente è una valida scelta di vita di tantissime persone.
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