La battaglia vinta del panda, non è più a rischio estinzione

07. giugno 2016

L’animale era divenuto simbolo del WWF nel 1961. Adesso si contano oltre 2.000 esemplari viventi, liberi o negli zoo. Ma le autorità cinesi mantengono la cautela

Corriere.it -  Il World wildlife fund lo ha scelto come sua mascotte nel 1961. Con la tenerezza che ispira per il carattere mansueto e gli occhi grandi e tristi, il panda gigante è anche il simbolo più famoso delle specie in via d’estinzione. Ora però finalmente una buona notizia: l’International union for conservation of nature (Iucn) sta valutando di rimuovere l’orso cinese dalla Lista rossa degli animali a rischio di scomparire. Non è una vittoria definitiva, si tratterebbe solo di togliere l’etichetta «in pericolo» e sostituirla con quella «vulnerabile». Gli studi sul campo hanno mostrato che la popolazione dei panda sta aumentando e il loro habitat naturale si sta espandendo, ha detto un funzionario dello Iucn.  

Il nuovo censimento

L’ottimismo si basa sul quarto censimento dei panda condotto in Cina, che l’anno scorso ha contato 1.864 animali allo stato libero e altri 375 in zoo o centri di allevamento e protezione nel mondo. Il dato rappresenta un successo rispetto al terzo censimento, effettuato nel 2002, quando erano stati individuati 1.596 panda liberi e 164 in cattività. Però gli esperti cinesi sono più prudenti e ritengono prematuro affermare che il pericolo di estinzione è cessato. Zhang Hemin, direttore del Centro di ricerca e conservazione dei panda giganti nella provincia occidentale del Sichuan, ha detto al China Daily che i plantigradi sopravvivono in libertà solo in una frangia di 23 mila km quadrati dell’altopiano del Qinghai-Tibet. E quella zona è frammentata per la presenza dell’uomo, tagliata da nuove strade e punteggiata da coltivazioni che disorientano i panda, già timidi per natura. Il Sichuan è anche zona sismica e nel grave terremoto del 2008 è andato perso il 6 per cento dell’habitat dei panda. Decine di orsi, terrorizzati dall’evento, furono evacuati. 

Un simbolo del disgelo Cina - Occidente

I panda sono anche diventati uno strumento di politica diplomatica per Pechino, da quando nel 1972 per celebrare il grande disgelo con gli Stati Uniti del presidente Nixon furono inviati allo zoo di Washington Ling-Ling e Hsing-Hsing. Ultimamente i panda hanno seguito interessi più commerciali: uno studio dell’Università di Oxford ha seguito le orme dei panda prestati dalla Cina agli zoo stranieri dal 2008 e ha osservato che sono serviti a suggellare accordi per forniture di uranio da parte di Canada, Francia e Australia. I panda partono in affitto per l’estero con voli speciali, salutati da ambasciatori, accolti all’arrivo da uomini di governo e accompagnati con le raccomandazioni sulla dieta: hanno bisogno di 40 chili di bambù al giorno e altri 2,5 chili di frutta, verdure varie e una torta di farina di carne tritata e fagiolini. 

Qui potete leggere l'articolo originale su corriere.it.

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