La battaglia del termostato, interviene l'Oms: mai più di 7° di differenza dall'esterno
28. giugno 2016
Repubblica.it - Il caso più clamoroso (e grottesco) è quello di un’impiegata delle Poste che, la scorsa settimana, ha ucciso una collega durante una furiosa lite sulla temperatura di un piccolo ufficio in provincia di Latina. La battaglia del termostato è una delle cause di maggiori liti negli uffici del mondo. Un’inane causa di stress visto che, rivela una ricerca Usa, il 50% degli impiegati s’infuria ma resta insoddisfatto. Chi sta peggio però sono i freddolosi. La ricerca fotografa un panorama decisamente sfavorevole visto che il 56% deve indossare il pullover anche in agosto mentre “solo” il 42% delle persone percepisce la scrivania come un atollo dei tropici (senza mare). Il grado d’insoddisfazione è variabile: il 24% si lamenta una volta al mese, il 28% più volte nella settimana e, per un 10% che non ha problemi, un analogo 10% entra in crisi ogni giorno dell’esistenza lavorativa. In pratica un inferno.
E’ comunque l’estate la stagione che più scatena i conflitti. Solo il 26% dei dipendenti infatti ritiene che il clima sia adeguato. Il restante 43% si ritrova a combattere dolori da aria condizionata mentre il 21% vive in una sauna. La condizione è aggravata dal fatto che i condizionatori sembrano essere dei macchinari infernali sui quali la volontà dell’uomo è sconfitta in partenza: per il 40% dei dipendenti non c’è alcun modo di controllare il maledetto termostato e solo il 24% riesce a cambiarlo fisicamente. E i battibecchi (come i dolori) aumentano con l’età. Mentre gli impiegati junior in qualche modo si adattano con una percentuale inferiore ad uno su tre che si lamenta, il 69% di quelli che hanno tra i 46 e i 55 anni perdono le staffe.
Quanto dovrebbe misurare la temperatura per non essere più motivo di discordia? L’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene che la temperatura ideale si aggiri in un paradisiaco status collocato tra i 18 e i 24 gradi. E dall’Inail arriva la minaccia: mai più di 7°C di differenza rispetto all’esterno. Infine c’è chi ha pensato di risolvere il sempiterno conflitto con l’immancabile app. Due ingegneri statunitensi hanno ideato “Comfyapp” che, opportunatamente usata, potrebbe sedare gli scontenti.
Carlo Alberto Rosini, dell’area Prevenzione e Protezione del Sevizio Salute e Ambiente dell’Università di Pavia spiega: “Gli indici utilizzati per la valutazione di un ambiente termicamente moderato, oltre ad essere previsti dalla normativa sono indici oggettivi e pertanto non tengono conto delle sensazioni soggettive dei lavoratori, ma di elementi quali la temperatura dell’aria, l’umidità relativa, la velocità dell’aria”. Nella banale quotidianità, spiega Rosini, “bisogna tenere conto di come si lavora, come ci si veste, della possibile ventilazione ma in generale la temperatura dovrebbe essere tra i 18 e i 21 gradi in inverno e tra i 20 e i 26 in estate.
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