Il popolo svizzero favorevole alla Strategia energetica 2050

10. maggio 2017

La Svizzera si dirige verso l’abbandono del nucleare a favore delle energie rinnovabili. Stando al 2° sondaggio SRG SSR, il 56% degli intervistati si dice favorevole alla nuova legge sull’energia, in votazione il 21 maggio

SWISSINFO.ch - I dadi, però, non sono ancora tratti: in un mese il fronte dei sostenitori ha infatti perso 5 punti. 

La strategia energetica 2050 ha buone possibilità di superare lo scoglio delle urne. Stando ai dati raccolti dall’istituto gfs.bern tra il 25 aprile e il 3 maggio, il 56% degli intervistati si dice favorevole alla nuova legge sull’energia approvata dal parlamento, contro la quale è stato lanciato un referendum. Il 37% è invece contrario e il 7% si dichiara ancora indeciso. La partecipazione allo scrutinio dovrebbe essere del 45%.

Il margine di consensi a favore della legge si è ridotto di 5 punti rispetto al primo sondaggio realizzato a fine marzo. La tendenza lascia supporre un'accettazione della legge, ma la polarizzazione verso il "no" potrebbe cambiare la situazione nelle prossime settimane, avverte l'istituto gfs.bern, che non esclude un affossamento del progetto. 

Oltre alla chiusura graduale delle cinque centrali nucleari del paese, che verrebbero disattivate al termine del loro ciclo di vita, la legge prevede la promozione delle energie rinnovabili (vento, sole, biomassa…) e l’aumento dell’efficienza energetica. Lo scopo è garantire un approvvigionamento sicuro e diminuire la dipendenza dalle energie fossili importate.

Opposta fin dall’inizio alla riforma, l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) ha lanciato con successo un referendum contro la nuova legge. L’ultima parola spetterà dunque al popolo, chiamato alle urne il 21 maggio. 

Si rafforzano le opinioni

A poche settimane dal voto, una buona fetta degli intervistati sembra già avere un’opinione molto chiara sul tema in votazione, sottolinea l’istituto gfs.sbern, ed è spesso l’affiliazione politica a determinare la polarizzazione.

Il sostegno più forte alla Strategia energetica 2050 arriva dagli elettori dei Verdi e del Partito socialista, dove la quota d’accettazione è rispettivamente del 96% e dell’86% (contro l’83 e l’87% di un mese fa). Un dato che non sorprende gli autori del sondaggio, dato che l’abbandono dell’atomo rappresenta una priorità per il fronte rosso-verde.

Le opinioni a favore della legge si sono rafforzate ulteriormente anche in seno al Partito popolare democratico (PPD, centro), di cui fa parte la ministra Doris Leuthard, vero e proprio volto della riforma. Se un mese fa “solo” il 32% degli intervistati si diceva assolutamente favorevole, oggi la proporzione è salita al 51%.

Soltanto gli elettori vicini all’UDC si dicono contrari a questa svolta epocale: rispetto al primo sondaggio, la quota di “no” è passata dal 54 al 70%. La riforma sembra convincere sempre meno anche gli intervistati vicini al Partito liberale radicale (53% di favorevoli contro il 60% al 1° sondaggio), spaccato in due già durante i dibattiti parlamentari.

Dall’analisi delle intenzioni di voto emergono anche alcune differenze tra le diverse regioni linguistiche. Il progetto è ampiamente sostenuto nella Svizzera francese, dove le opinioni favorevoli si sono ulteriormente consolidate, passando dal 68 al 74%. La tendenza è invece opposta nella Svizzera tedesca e in quella italiana, dove i sì alla riforma hanno perso diversi punti percentuali. Se un mese fa, nella Svizzera tedesca il 57% degli intervistati si dichiarava favorevole, oggi la proporzione è ferma al 49%. Nella Svizzera italiana, infine, i sostenitori sono slittati dal 68 al 54%. 

Confermato l'effetto Leuthard

Il secondo sondaggio conferma anche il cosiddetto “effetto Leuthard”. La presidente della Confederazione gode infatti di un’ottima credibilità in materia di energia ed è considerata un’ottima comunicatrice. Il fatto che sia lei all’origine della proposta di abbandonare l’atomo e della Strategia energetica 2050 rappresenta dunque un importante atout per i sostenitori della riforma, sottolinea l’istituto gfs.bern.

A livello di campagna, l’argomento più diffuso tra i sostenitori della legge è quello della prospettiva di nuovi impieghi (69%). Seguono l’idea di utilizzare delle risorse rinnovabili locali (59%) e quella di rinunciare al nucleare (54%).

Tra gli oppositori, gli argomenti ad aver fatto leva sono la critica della burocrazia (64%) e l’aumento dei costi dell’elettricità (57%), mentre non convince la teoria – avanzata di recente – secondo cui le sovvenzioni, una volta introdotte, non saranno più soppresse. 

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