Il Covid-19 modifica la mobilità dei pendolari
24. giugno 2020
Di Daniela Carugati, LaRegione
La pandemia da Covid-19 ha lasciato il segno, dentro e fuori di noi. Sul piano interiore, ciascuno dovrà fare i conti con il proprio 'io'. Ma all'esterno il confinamento a cui ha costretto l'emergenza sanitaria ha modificato, e in modo deciso, anche il paesaggio: aria più limpida, strade più libere dal traffico. Il che ha istillato nelle persone - soprattutto nei pendolari chiamati a misurarsi con il percorso (a volte a ostacoli) fra casa e lavoro - la voglia di cambiare vita e abitudini. Ora che siamo tornati al nostro surrogato di normalità - fra mascherine e distanze fisiche, seppur accorciate - resterà solo un buon proposito? Si vedrà. Chi ogni giorno è alle prese con la mobilità locale sembra deciso a rivedere le sue consuetudini. Anche perché di mutamenti ce ne sono stati tra il prima e il dopo crisi da coronavirus.
A restituire uno spaccato di ciò che è stato e ciò che potrebbe essere nel prossimo futuro è il sondaggio online condotto fra cittadini-utenti del trasporto pubblico e automobilisti tra il 21 aprile e il 10 maggio scorsi. Il responso? Illuminante. A partire dal campione che ha aderito all'invito, significativo: a rispondere alle domande degli specialisti del settore sono stati in totale 1'724 persone e dai diversi angoli del Ticino. Volendo scattare una istantanea di quei giorni, in bilico fra una realtà limitata e tante speranze, ne esce l'immagine di ticinesi costretti a rimettersi in discussione, pure nel modo di muoversi sul territorio. Quanto alla mobilità, emerge un trasporto pubblico colpito al cuore a cui fa da contraltare una grande smania di pedalare. Anche se poter lavorare da casa non spiace affatto. Anzi, c'è chi ci ha preso gusto.
Fra timori e ideali
La paura di contagiarsi e la nuova onda verde (ma quella a diffonderla ci hagià pensato la giovane attivista Greta Thunberg): se Stéphane Grounauer deve individuare due fattori all'origine delle nuove scelte quanto a mezzi di trasporto, eccoli lì. Lo dicono le opzioni indicate da chi ha risposto al sondaggio: "Un campione rappresentativo, omogeneo per distribuzione geografica e di sicuro interessante, oltre che utile per valutare le tendenze in atto", fa notare il responsabile Mobilità e trasporti della Comal, l'azienda che ha promosso l'iniziativa. "Certo - annota - resta da verificare se le persone saranno coerenti con le loro affermazioni". In ogni caso a causa del Covid-19 risulta che un lavoratore su 5 ha patito delle conseguenze sulla modalità di spostamento. Così come i vari mezzi di trasporto, in alcuni casi, hanno pagato pegno. "In effetti - ci spiega Grounauer -, la preoccupazione per il rischio di contagio ha penalizzato molto il trasporto pubblico. Il servizio su gomma, in particolare, vede un utente su 2 sperare in un'alternativa, quello su rotaia perderebbe un passeggero su 3". Di converso, guadagnano terreno le due ruote. "La bicicletta ne esce favorita, e in modo importante rispetto, ad esempio, all'auto, che perde posizioni anche sulla spinta ecologista, motivo di riflessione durante il 'lockdown'. In questo caso la bici assume un ruolo centrale e appare più sicura. Diciamo che questa esperienza inaspettata, d'un botto ha portato all'attenzione della gente tanti aspetti della quotidianità e dell'ambiente in cui viviamo ".