Il Consiglio federale non rispetta le promesse sul clima

01. settembre 2016

La nuova legge sul CO₂ mira ad attuare l’accordo di Parigi di dicembre 2015. Ma il disegno di legge presentato non è all’altezza di questo obiettivo. Mancano alcuni aspetti centrali, come ad esempio il passaggio completo dalle energie fossili a quelle rinnovabili entro il 2050. L’Alleanza climatica analizzerà il disegno di legge e proporrà una serie di cambiamenti ispirati dal suo “Masterplan clima”

Durante i negoziati sul clima di Parigi, nel dicembre 2015, la Svizzera, come membro del gruppo dei paesi “dalle ambizioni elevate”, si è battuta con successo per un accordo che dovrebbe preservare il mondo da cambiamenti climatici catastrofici. E’ stato definito l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1.5-2 gradi al massimo. Adesso tutti i paesi devono dedurre da questo accordo prescrizioni nazionali. La nuova revisione della legge sul CO₂ non permette di raggiungere questo obiettivo e fa temere che la Svizzera, nonostante belle parole, voglia sottrarsi alla sua responsabilità globale. “Invece di accelerare la transizione verso una Svizzera senza CO2, la proposta del Consiglio federale va in direzione di un rallentamento”, afferma Georg Klinger di Greenpeace. “In questo modo il Consiglio federale non mantiene il riorientamento della politica climatica promesso a Parigi”.

Nel suo “Masterplan clima Svizzera” (in francese), l’Alleanza climatica ha dimostrato che la nuova legge sul CO2  deve rispondere a tre esigenze centrali:

La Svizzera deve diventare completamente senza CO2 entro il 2050. Certo, il Consiglio federale propone una diminuzione delle emissioni interne entro il 2020 e il 2030, ma per raggiungere questo obiettivo è troppo poco.

Bisogna prendere misure efficaci che includano tutti i settori e gli attori, fra cui il trasporto e l’industria. Il disegno di legge rimane troppo vago su questo punto centrale.

E terzo, l’accordo di Parigi afferma chiaramente che questi obiettivi non possono essere raggiunti solo con misure interne. Perché “noi Svizzeri provochiamo, come tutti i paesi industrializzati, molte più emissioni all’estero che da noi, per esempio consumando prodotti importati”, afferma Jürg Stauden­mann di Alliance Sud. “Dobbiamo quindi, oltre alle misure interne, partecipare alle misure nei paesi più poveri e più toccati dal cambiamento climatico al Sud con almeno 1 miliardo di franchi all’anno”. Ma la proposta di revisione della legge sul CO2 non prevede nessuno dei mezzi che bisognerebbe mobilitare a questo fine, secondo il principio di “chi inquina paga”.

Maggiori informazioni:

Jürg Staudenmann, esperto del clima per Alliance Sud, juerg.staudenmannnoSpam@alliancesud.noSpamch; Tel. 079 152 41 72
Georg Klingler, esperto del clima per Greenpeace Schweiz, georg.klinglernoSpam@greenpeace.noSpamorg; Tel. 079 785 07 38
Elmar Grosse Ruse, esperto del clima per WWF Schweiz, elmar.grosserusenoSpam@wwf.noSpamch; Tel. 078 745 23 41
 
L’Alleanza climatica Svizzera riunisce 67 Organizzazioni che operano nel campo della politica climatica, sociale e dello sviluppo, così come nella politica e nelle Chiese. Insieme si impegnano in favore di una politica climatica svizzera giusta e sostenibile.
Contatto: Christian Lüthi, Coordinatore dell’Alleanza climatica (Tel. 076 580 44 99 / christian.luethinoSpam@klima-allianz.noSpamch

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