Giornata mondiale della biodiversità

22. maggio 2017

Negli ultimi anni, la Confederazione e i Cantoni hanno identificato le specie animali e vegetali da salvaguardare e promuovere in modo prioritario. La misura più importante consiste nel proteggere il loro spazio vitale. Eppure, per alcune ciò non basta a causa delle esigenze specifiche legate all’ambiente in cui vivono, esigenze che ai nostri giorni la gestione del paesaggio rurale non è più in grado di soddisfare. Un dossier sulla giornata della biodiversità

UFAM - Alcune specie animali e vegetali hanno esigenze apparentemente incomprensibili. Tra queste, la Baccante (Lopinga achine), una farfalla che per vivere ha assolutamente bisogno di stazioni forestali dove praticamente non crescono alberi. Nei prati, tra i tronchi, va alla ricerca di determinati tipi di graminacee di cui si nutrono i bruchi. La vegetazione al suolo necessita di cure. Da un lato, se la falciatura avviene prima di settembre, i bruchi muoiono e la popolazione si estingue. Dall’altro, però, i prati devono essere falciati almeno ogni due anni, altrimenti il bosco riconquista le superfici libere. Come se non bastasse, a questa specie di farfalla non piace volare sulle superfici aperte. I boschi devono quindi essere radi e costellati di labirinti di cespugli, che dovrebbero essere spuntati regolarmente.

Diversamente da quanto si possa pensare, questo tipo di spazio vitale esiste davvero. Nel Giura svizzero, ossia nella parte nord-occidentale del Paese, fedeli alla propria tradizione, i piccoli agricoltori hanno sfruttato molti suoli argillosi con livelli di umidità variabili sia come prati per ottenere strame per le stalle sia come pascoli. Gli alberi isolati fornivano legna da costruzione e da ardere. A seguito delle importazioni di paglia e di una più intensa attività agricola, questi spazi vitali ricchi di specie sono però andati via via scomparendo. Sono rimaste soltanto piccole superfici residue sparse qua e là. La Baccante, però, è presente soltanto in pochissime di esse. Nel Cantone di Argovia, per molto tempo si era a conoscenza di un solo sito. Si vede che per la graziosa ed esigente farfalla della sottofamiglia delle Satyrinae non basta una mera protezione dello spazio vitale.

 

  • Nessuna specie verrà tralasciata 

    Salvaguardare e creare spazi vitali

    Il Cantone di Argovia ha pertanto dichiarato la Baccante specie prioritaria e ha elaborato un piano d’azione articolato in misure di salvaguardia e di promozione della specie. La ricerca sistematica di altre popolazioni della specie ha permesso di individuare altri cinque siti in cui vivono ancora alcuni individui. «Sono ancora troppo pochi per poter assicurare a lungo termine la sopravvivenza della specie da noi», spiega Isabelle Flöss della sezione Natura e paesaggio del Cantone di Argovia.

    Su un pendio del Giura a nord di Aarau, la biologa ci illustra come il piano d’azione viene attuato nella pratica. Il sito di Chäferegg, una delle sei aree chiave della Baccante, è stato valorizzato per rispondere alle esigenze della farfalla. Ci muoviamo in un mosaico di alberi isolati, cespugli, siepi e praterie variopinte in fiore. «Ai margini dei cespugli c’è un microclima ideale per i bruchi», spiega Isabelle Flöss. Nascoste tra gli arbusti circostanti sono appese le pupe che si schiuderanno a giugno. «Anche in estate, però, non si vedranno volare più di 15 individui.» Prendendo come modello il Chäferegg, i margini dei boschi limitrofi sono stati diradati in modo da poter funzionare da corridoio biologico per la farfalla e ripopolare spazi vitali vicini e altrettanto adatti. 

    «L’attuazione del piano d’azione a difesa della Baccante è il risultato di una proficua collaborazione tra diversi programmi e progetti», sottolinea Simon Egger, responsabile della sezione Natura e paesaggio del Cantone di Argovia. Il Parco del Giura argoviese («Jurapark Aargau») ha dichiarato la promozione della Baccante obiettivo prioritario e finanziato la valorizzazione iniziale degli spazi vitali. La sezione forestale del Cantone provvede alla cura degli spazi vitali nell'ambito del programma di protezione della natura del bosco «Naturschutzprogramm Wald». Il coordinamento del piano d’azione come pure la verifica dei risultati sono assunti dalla sezione Natura e paesaggio nel quadro del programma «Natur 2020». In qualità di mandante dell’esecuzione della legislazione in materia di protezione della natura e del paesaggio, la Confederazione partecipa a questi programmi sulla base della perequazione finanziaria nazionale (PFN). «Le azioni finanziate dallo Stato sono quindi perfettamente coordinate tra loro», sottolinea Simon Egger.

    Piani d’azione contro l’estinzione

    La Baccante non è l’unica specie nel Cantone di Argovia a essere trattata con un occhio di riguardo: «Attualmente abbiamo in corso piani d’azione per 22 specie», afferma Isabelle Flöss. «Nei prossimi anni li amplieremo ad altre 23». Ma a chi spetta la decisione di riservare un trattamento privilegiato a una specie piuttosto che a un’altra? Secondo i dati delle Liste rosse nazionali, oltre un terzo delle specie indigene animali e vegetali nonché di muschi e licheni è minacciato, avendo subito negli ultimi anni e decenni gravi perdite in termini di popolazione ed effettivi.

    Nel 2007, per gestire questa enorme problematica, Isabelle Flöss ha iniziato a identificare in modo sistematico le specie animali e vegetali del Cantone di Argovia che richiedevano un occhio di riguardo. A tal fine, ha ripreso una procedura di valutazione in uso nel Cantone di Zurigo, adattandola alle esigenze del suo Cantone.

    Per evitare una selezione soggettiva di specie attrattive, gli specialisti sono stati incaricati innanzitutto di valutare la responsabilità del Cantone di Argovia in relazione alla salvaguardia in Svizzera di ogni singola specie nota, basandosi su un catalogo di criteri. In una seconda fase, gli esperti hanno accertato lo stato delle popolazioni delle specie interessate nonché l’urgenza delle misure per la loro salvaguardia. Infine, hanno stimato le possibilità di successo e i costi delle misure riguardanti l’elenco delle specie aventi priorità. Se il rapporto costi-benefici è accettabile, la specie viene inserita tra quelle che beneficiano di un intervento. Se una di queste specie necessita di determinate misure che non sono previste dalla protezione dello spazio vitale, si procede all’elaborazione di un piano d’azione.

    Dei sette gruppi di animali esaminati come pure le felci e le piante a fiore, circa 50 specie presenti nel Cantone adempiono questi criteri. «Finora nessuno si sentiva responsabile», spiega Isabelle Flöss. Oltre che per la Baccante, esiste un piano d’azione anche per la Scarpetta di Venere, una pianta della famiglia delle Orchidacee. I pochi siti rimasti dove questa pianta fortemente minacciata cresce ancora si trovano quasi tutti al di fuori delle zone protette. Spesso si tratta di siti altrimenti poco interessanti dal punto di vista naturalistico. Pertanto, per salvaguardare le ultime popolazioni, l’organo preposto alla protezione della natura adotta – insieme alla sezione forestale e agli specialisti forestali locali – specifiche misure adeguate alla specie.

    Stato della diversità delle specie in Svizzera

    Specie prioritarie a livello nazionale

    Nella prospettiva di un’identificazione delle specie animali e vegetali minacciate che necessitano urgentemente di un intervento, nel 2011 l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) ha pubblicato per la prima volta la «Lista delle specie prioritarie a livello nazionale». La classificazione è avvenuta in base al grado di minaccia e alla responsabilità a livello internazionale. «Ciò consente di impiegare in modo efficace le risorse disponibili per la protezione delle specie e di coordinare meglio i lavori a livello cantonale e nelle diverse politiche settoriali», spiega Sarah Pearson, responsabile della sezione Specie e habitat dell’UFAM. «Questa pubblicazione completa le Liste rosse nazionali e amplia il ventaglio degli strumenti nel settore della promozione delle specie», aggiunge.

    La Lista delle specie prioritarie a livello nazionale aggiornata sarà pubblicata questa estate. Inoltre, verrà completata con la Lista degli spazi vitali prioritari a livello nazionale. «Le informazioni aggiuntive sul fabbisogno di misure permettono di intervenire in modo mirato a favore delle specie e degli spazi vitali per cui la necessità d’intervento è maggiore», spiega Sarah Pearson. «L’UFAM confida che questa documentazione possa contribuire in modo determinante alla salvaguardia delle specie e degli spazi vitali minacciati nonché dei servizi ecosistemici, di cui beneficiamo ogni giorno», aggiunge. La versione elettronica della Lista, che a breve sarà disponibile sul sito Internet dell’UFAM, conterrà ulteriori informazioni rilevanti per l’attuazione, come ad esempio dati sulla diffusione delle specie a livello cantonale. 

    Per il 22 per cento delle specie prioritarie a livello nazionale si è delineata una chiara necessità d’intervento nel senso di programmi di promozione di determinate specie o biotopi che fungono da spazio vitale di queste specie. Attingendo al pool di specie, l’UFAM ha predisposto liste specifiche per ogni Cantone, indicando per ciascuno le responsabilità. Nel quadro della PFN, i Cantoni possono definire con l’UFAM prestazioni per la protezione di tali specie che danno diritto a un'indennità.

    Isabelle Flöss ha potuto constatare con soddisfazione l’ampia corrispondenza tra la lista cantonale e quella stilata dall’UFAM. In futuro, quest’ultima fungerà da base per l’elaborazione dei piani d’azione dei gruppi di specie non ancora trattati, quali muschi, licheni e caracee. 

    Promozione delle specie

    Nessuna specie verrà tralasciata

    Resta da capire in quali zone certe specie come la Baccante o la Scarpetta di Venere sono sopravvissute nell’ambiente naturale, considerato che oggi la loro esistenza dipende dall’intervento mirato dell’uomo. «L’Europa centrale non è mai stata del tutto ricoperta da bosco fitto», spiega Sarah Pearson. «Alberi caduti e tempeste hanno creato radure e anche i grandi erbivori – uri, bisonti e cavalli selvatici – hanno probabilmente avuto un impatto non indifferente sulla vegetazione. Diverse zone si presentavano probabilmente come una sorta di pascolo alberato», continua.

    Alla luce di queste considerazioni, lo spazio vitale della Baccante – garantito nel tempo dal paesaggio rurale tradizionale – è certamente poco diffuso oggi, ma non sembra più così particolare. Questa specie vive forse semplicemente nell’epoca sbagliata? La sua esistenza è tuttora giustificata? «L’uomo ha fortemente indebolito la dinamica naturale del paesaggio, circostanza che pone problemi a numerose specie», fa notare Pearson. «Nella maggior parte dei casi, ignoriamo il significato che una specie assume nel contesto del funzionamento di un ecosistema. È dunque nostra responsabilità fare il massimo per proteggere dall’estinzione specie particolarmente minacciate come la Baccante». 

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