Frutteto e aiuole profumate a Lugano

12. luglio 2016

Nuovi progetti per gli spazi verdi in città, dal parco di Villa Saroli a Cornaredo

CdT.ch - Passeggiare fra i meli in fiore, assaporare il profumo della salvia e della menta o ammirare fiori di campo. Presto non saranno più privilegi di chi abita in campagna, ma esperienze da vivere anche in città. Il progetto Lugano al Verde, lanciato circa un anno fa dalla Città, prosegue con i suoi obiettivi di valorizzazione degli elementi naturalistici nel contesto urbano.Nelle prossime settimane sarà inaugurato il primo giardino tematico, dove profumi e odori saranno protagonisti. Si trova nel parco di Villa Saroli ed è composto da tre aiuole: una dedicata alle piante usate per cosmetici e profumi, una alle aromatiche da cucina e una alle piante maleodoranti e altre curiosità botaniche. In totale sono stati messi a dimora circa 130 esemplari diversi.

Intanto, anche da un'altra parte della città si lavora per valorizzare un'area verde al momento un po' trascurata: il prato tra la masseria Bizzozero di Cornaredo e la Resega, con il vicino bosco (ex parco del Castello di Trevano). Si stanno muovendo i passi formali per arrivare alla creazione di un frutteto con una cinquantina di alberi (in prevalenza meli di qualità indigene) e cornioli (da cui deriverebbe il toponimo Cornaredo). Christian Bettosini, responsabile del Verde pubblico è fiducioso: «Se l'iter procede senza inciampi dovremmo arrivare ad avere via libera entro la fine dell'anno». Il terreno è di proprietà della Città e in piccola parte del Cantone, ma si trova in territorio di Porza, per cui occorre ottenere il consenso di tutte le parti interessate.
«Il progetto – sottolinea Bettosini – rientra bene nello spirito di collaborazione alla base di Lugano al Verde, perché coinvolge, oltre agli enti pubblici, anche associazioni come il WWF, l'Alleanza territorio e biodiversità e Timberland, che metterà a disposizione alcuni dipendenti per aiutare nella piantumazione». Non solo, l'idea è di coinvolgere in seguito le scuole per attività didattiche e magari anche gli apprendisti giardinieri, che potrebbero utilizzare il frutteto come «palestra» per la manutenzione degli alberi.
Questa sarebbe la prima fase. Poi si vorrebbe riqualificare anche parte del bosco di Trevano adiacente al prato, con l'eliminazione di infestanti e la salvaguardia delle specie autoctone. Infine, la terza fase (ancora solo teorica) riguarda il recupero dell'ex Masseria.  

Qui potete leggere l'articolo originale del Corriere del Ticino.

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