Due nuovi frutteti a Lugano
10. luglio 2017
Ticinonews - Negli ultimi mesi, il Servizio Verde pubblico della Città di Lugano, in collaborazione con l'Alleanza territorio e biodiversità e ProFrutteti (in particolare con Muriel Hendrichs) ha piantato due nuovi frutteti, uno a Cadro nel giardino delle scuole elementari, di cui a turno si prendono cura proprio gli allievi, e uno più grande a Cornaredo, piantumato in collaborazione con i ragazzi della scuola elementare della Gerra.
Nel prato accanto alla vecchia masseria di Cornaredo sono stati piantati 60 alberelli di specie frutticole diverse, tra cui: pruni, meli, noci, ciliegi, peschi, peri e, naturalmente, cornioli, in ricordo dell'albero che, storicamente, ha dato il nome al quartiere di Cornaredo. Una decina di specie, innumerevoli varietà coltivate, molte delle quali scelte perché di origine locale, altre per importanza tradizionale, altre ancora perché speciali. Solo per fare alcuni esempi, tra le varietà locali abbiamo il pom rossin (la cui entrata nell'Arca del gusto di Slow Food è recentissima), la mela verdesa e il per rügin. Tra le varietà più note non poteva mancare la mela bella di bosco, la pera spadoncina, le ciliege bigarreau e la prugna damaschina. Tra le chicche citiamo, invece, la curiosa Calvilla rossa d'autunno dalla polpa venata di rosso e il biricoccolo, un ibrido naturale tra il prugno e l'albicocco.
Il frutteto a Cornaredo, in un angolo di verde circondato da città, ha una molteplicità di valenze. Valorizza il terreno su cui si trova la vecchia masseria (i cui primi riferimenti storici risalgono al 1351) e l'annesso torchio del 1700, monumento culturale di interesse cantonale. Gli alberi da frutto ad alto fusto hanno un'innegabile componente ornamentale, oltre che essere dei microcosmi di biodiversità, uno spunto didattico preziosissimo per le scuole e, perché no, anche un pretesto per incontrarsi.
I nuovi frutteti della Città di Lugano sono solo un piccolo contributo al ritorno degli alberi da frutto in tutta la Svizzera. Nel primo dopo guerra, in Svizzera c'erano più di 15 milioni di alberi da frutto ad alto fusto. Oggi ne sono rimasti poco più di 2 milioni. Lo scempio è causato un po' dall'industrializzazione che ha comportato cambiamenti nello stile di vita, un po' dalla modernizzazione dell'agricoltura e, cosa che oggi pare strana e quasi pittoresca, dalla lotta all'alcolismo. Già a partire dal 1935, infatti, la Confederazione sussidiava il taglio di alberi da frutto ad alto fusto usati dai contadini per la distillazione di grappe. Allora si credeva che la scomparsa degli alberi sarebbe stata una misura utile per contrastare la dipendenza. La riduzione degli alberi da frutto, processo che ha raggiunto il suo apogeo nel decennio tra il 1960 e il 1970, ha modificato profondamente il nostro paesaggio e ha contribuito alla scomparsa e quasi all'estinzione di diverse specie animali, uccelli in particolare, che vivono nei frutteti.