Cosa significa vivere in un mondo con 400 ppm di CO2
30. settembre 2016
Lifegate.it - Non sono buone notizie quelle che ci giungono dallo Scripps Institute for Oceanography di San Diego, California. La concentrazione di CO2 nell’atmosfera ha superato le 400 ppm (parti per milione). E potrebbe essere un dato permanente, ovvero non scendere più al di sotto di questo valore.
A confermarlo c’è il fatto che settembre, di solito, è il mese in cui si registra la concentrazione media più bassa di tutto il resto dell’anno. “È possibile che ottobre scenda sotto i 400 ppm? Praticamente impossibile”, scrive il ricercatore Ralph Keeling, a capo del programma di monitoraggio della CO2 sul sito dell’istituto. “Negli ultimi 20 anni ci sono stati solo 4 anni (2002, 2008, 2009 e 2012) nei quali a ottobre la concentrazione mensile era più bassa di settembre. Tuttavia in quegli anni il calo era di 0,45 ppm, quantità che non sarebbe abbastanza per far registrare una concentrazione inferiore a 400 ppm a ottobre di quest’anno”.
400 ppm. Per sempre
Non si tratta della prima volta che la concentrazione di anidride carbonica supera le 400 parti per milione. Accadde nel 2013, quando le misurazioni effettuate a Manua Loa, nelle Hawaii, superarono quella soglia. Stesso record si ebbe a maggio 2015. Ora il dato reso noto poco anni fa potrebbe essere definitivo.
A confermarlo è anche Gavin Schimdt, scienziato del clima alla Nasa, che a Climate Central risponde: “Nella migliore delle ipotesi (in questo scenario), potremmo aspettarci un equilibrio nel breve termine e così i livelli di CO2 probabilmente non cambierebbero molto – ma inizierebbero a diminuire nel giro di un decennio o giù di lì”. Ovvero se smettessimo di immettere anidride carbonica nell’atmosfera già da oggi, ci vorrebbero decine di anni per scendere al di sotto di questo livello critico. “Secondo me, non vedremo più un mese al di sotto di 400 ppm”. Tanto più che agosto è stato il mese più caldo mai registrato.
Cosa significa essere al di sopra delle 400 ppm e perché è un problema
Molti degli studi sul clima si basano su carotaggi del ghiaccio al Polo, o sui sedimenti. Da qui infatti è possibile conoscere come i livelli di anidride carbonica sono cambiati durante le ere geologiche e di conseguenza è possibile realizzare dei modelli climatici e ipotizzare degli scenari futuri.
Ciò che risulta dalle decine di studi scientifici è che questi valori di CO2 si sono avuti tra 2 e 4,6 milioni di anni fa, e tra 15-20 milioni di anni. Quando le condizioni climatiche sulla Terra erano estremamente diverse. Climaticamente, geograficamente e a livello di specie viventi. L’uomo non era ancora comparso.
Ciò che più preoccupa è che nella storia ci sono voluti millenni per raggiungere questi livelli, con tutte le conseguenze del caso. Oggi invece abbiamo raggiunto le 400 ppm in meno di 150 anni. E nessuno sa cosa dobbiamo aspettarci.
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