Clima e mercato finanziario
16. novembre 2016
I flussi finanziari comprendono i patrimoni amministrati in Svizzera e a fine 2013 ammontavano a oltre 6000 miliardi di franchi. Provengono tra l’altro da risparmi privati depositati in banche, da capitali assicurativi o da contributi previdenziali gestiti da casse pensioni e AVS. Che gli istituti finanziari desiderino investire il denaro in modo il più possibile redditizio è ovviamente nell’interesse dei risparmiatori e della previdenza per la vecchiaia. Le decisioni prese in materia di investimento non tengono tuttavia quasi mai conto dell’impatto che hanno sul clima. Con il solo patrimonio in azioni estere le casse pensioni svizzere finanziano oggi imprese che emettono ogni anno 6,4 tonnellate di CO2 equivalenti per persona assicurata. Ciò equivale circa alla quantità di emissioni prodotte in Svizzera pro capite con il riscaldamento delle case, i gas di scarico delle automobili ecc. Per i prestiti aziendali il quadro è simile.
Rendimenti delle strategie di investimento rispettose del clima
Un nuovo studio dell’UFAM (2016) mostra che le emissioni legate agli investimenti finanziari possono essere ridotte dal 10 al 90 per cento. Oggigiorno vi sono già indici rispettosi del clima che applicano strategie di questo genere. In dieci degli undici casi analizzati il rendimento è risultato elevato. Otto delle undici strategie rispettose del clima hanno ottenuto un miglior rapporto rischio-rendimento rispetto agli indici di confronto convenzionali.
Oltre all’intensità delle emissioni, gli investitori potrebbero interessarsi anche alle intenzioni future delle imprese in cui investono. Per le imprese in settori importanti per il clima sono disponibili nuovi modelli per determinare la compatibilità con il clima. Secondo le indicazioni fornite dall’indagine, anche le strategie che si basano su questi modelli producono rendimenti conformi al mercato.
Flussi finanziari compatibili con il clima
Sono compatibili con il clima gli investimenti e i finanziamenti conformi all’obiettivo climatico fissato a livello internazionale di contenere il riscaldamento globale al di sotto di 2 gradi. Studi dell’UFAM hanno mostrato che le modalità di investimento adottate oggigiorno contribuiscono a un riscaldamento da 4 a 6 gradi. Per cambiare questa situazione un certo numero di attori dei mercati finanziari dovrebbe voler effettivamente contribuire alla salvaguardia del clima e perseguire apposite strategie. Ciò implica un rilevamento sistematico di informazioni sull’impatto che investimenti finanziari, partecipazioni e finanziamenti aziendali causano sul clima.
La Confederazione sostiene metodi di misurazione standard
Finora nessuno standard di misurazione comparabile a livello internazionale della compatibilità con il clima è riuscito a imporsi. La validità dei prodotti disponibili si differenzia a seconda del metodo di misurazione. Una buona panoramica sui diversi approcci per la trasparenza in materia climatica nel mercato finanziario è data dal rapporto «Trails for Climate Disclosure» del think tank internazionale 2° Investing Initiative.
La Confederazione sostiene gli sforzi internazionali volti a sviluppare parametri di misurazione standard. In tal modo l’opinione pubblica può farsi un’idea uniforme degli effetti indiretti che gli investimenti e i finanziamenti esercitano sul clima. La Confederazione sostiene anche gli sforzi del settore intesi a spingere la piazza finanziaria svizzera verso la sostenibilità.
Concretamente, nel 2017 l’UFAM offrirà la possibilità a tutte le casse pensioni e assicurazioni di far esaminare gratuitamente e su base volontaria la compatibilità con il clima dei loro prestiti azionari e aziendali. Questi test pilota saranno eseguiti applicando un modello elaborato in particolare con fondi dell’UE destinati alla ricerca e già utilizzato da oltre 100 investitori. Dopo la realizzazione sarà messo a disposizione gratuitamente quale modello senza licenza.
Rischi delle scelte di investimento attuali
Gli effetti dovuti al cambiamento climatico, come le piene e i periodi di canicola, possono interessare i valori patrimoniali (rischi climatici fisici). Se si adottano misure a livello globale (ad es. una tassa sul CO2) volte a limitare o rincarare direttamente il consumo di energie fossili, il valore delle imprese interessate diminuisce (rischi di transizione). Secondo un rapporto di PRI, Global Compact e UNEP-FI, la presa in considerazione di rischi a lungo termine come i cambiamenti climatici rientra nel dovere fiduciario della diligenza degli investitori. Se tale dovere non è rispettato i danni causati dal cambiamento climatico possono esporre gli investitori a richieste di risarcimento di danni (rischi di responsabilità).
Sforzi nazionali e internazionali
In Francia gli investitori istituzionali saranno obbligati a partire dal 2017 a rendere conto della compatibilità con il clima dei loro investimenti finanziari e delle loro strategie in materia di clima. La Svezia, ad esempio, è stata particolarmente attiva nell’ambito dell’emanazione di raccomandazioni statali. Dal canto loro, le autorità di vigilanza della Banca d’Inghilterra mettono in guardia i membri di consigli di amministrazione di istituti finanziari e assicurativi sui potenziali rischi di responsabilità.
Il gruppo dei G20 ha istituito nel 2016, sotto la presidenza cinese, un «Green Finance Study Group». Il Financial Stability Board FSB ha creato, affidandone la direzione al settore privato, una Task Force on Climate-related Financial Disclosures, la quale elabora raccomandazioni da applicare per rendere pubblici su base volontaria i rischi in materia di clima legati agli investimenti finanziari. I lavori sono seguiti dalla Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali SFI.
Nel 2014 è stata fondata l’associazione Swiss Sustainable Finance, il cui scopo è rafforzare con informazioni e promuovendo corsi di formazione, la posizione della Svizzera sul mercato mondiale della finanza sostenibile. Inoltre, nell’ambito di un’inchiesta condotta dal programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP Inquiry), diversi attori svizzeri hanno raccolto, sotto la direzione dell’UFAM, proposte per un sistema finanziario più rispettoso delle esigenze ambientali.
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