Alberi urbani: meno di 4 dollari l’anno per salvare migliaia di vite

05. dicembre 2016

Uno studio condotto su 245 città svela come ridurre di molto i decessi da inquinamento (6,2 milioni l’anno entro il 2050) e da ondate di calore (250.000 l’anno entro il 2050)

LaStampa.it - Basterebbero meno di 4 dollari all’anno a persona per ridurre di molto i decessi da inquinamento cittadino e da alte temperature. Ogni anno, infatti, oltre 3 milioni di persone muoiono a causa degli effetti del particolato, un numero destinato a raddoppiare nei prossimi decenni. Entro il 2050 si calcola infatti che, senza misure adeguate, i morti saranno 6,2 milioni. 

Il caldo urbano, invece, è già considerato la calamità meteorologica più letale al mondo e il suo impatto non farà che aumentare con il progressivo cambiamento climatico. Le ondate di calore sono infatti responsabili di circa 12.000 decessi ogni anno, un numero di vittime superiore a quello prodotto da uragani o tempeste invernali e un fattore di rischio in continuo aumento in linea con I cambiamenti climatici. Secondo le proiezioni l'impatto potrebbe aumentare fino a produrre circa 250 mila morti ogni anno entro il 2050. Sono dati che diventano ancora più allarmanti se si pensa che entro i prossimi 30/40 anni oltre la metà dell’umanità vivrà all’interno di aree urbane.   

La buona notizia è che questi due seri problemi ambientali che si concentrano soprattutto nelle grandi aree urbane dei paesi meno sviluppati ma che hanno pesanti ricadute su tutto il pianeta, sono risolvibili con un investimento minimo. Il dato confortante arriva da uno studiodal titolo Più alberi per un'aria più sana , condotto da The Nature Conservancy, un’organizzazione internazionale per la conservazione dell’ambiente,che è stato presentato al meeting annuale dell'American Public Health Association, a Denver (Colorado). 

Lo studio, che ha l’obiettivo di fornire a chi amministra le città i dati necessari per dimostrare che gli investimenti nella piantumazione di alberi possono migliorare la salute pubblica degli abitanti, è stato condotto, nell’arco di 18 mesi, in collaborazione con il C40 Cities Climate Leadership Group, su 245 città che contano attualmente circa 910 milioni di persone, circa un quarto della popolazione urbana mondiale. 
Secondo la ricerca, gli alberi possono eliminare fino a un quarto dell'inquinamento e, se piantati nei punti giusti, possono fungere da efficace barriera filtrando l'aria nociva e proteggendo gli abitanti. Possono inoltre rinfrescare l'aria nelle immediate vicinanze di minimo 2°C.   

Gli scienziati di The Nature Conservancy, hanno misurato il ritorno sugli investimenti (ROI) in termini di riduzione del PM o mitigazione della temperatura fornita agli abitanti per ogni dollaro speso valutando così l’impatto di interventi fattibili e su larga scala di aumento della copertura arborea. 

Sono state raccolte informazioni geospaziali sulla copertura boschiva e agricola, sulla concentrazione dell’inquinante PM2,5 e sulla densità della popolazione utilizzando poi le relazioni già consolidate in letteratura per stimare la capacità degli alberi (sia attuali che futuri) lungo le strade di rendere più sana l’aria. Sono stati stabiliti tre scenari (di alto, medio e basso impatto) che illustrano il tasso di riduzione della concentrazione di PM e della temperatura che gli alberi hanno dimostrato di produrre.  

La ricerca rivela che un investimento globale annuo di 100 milioni di dollari nella piantumazione di alberi è in grado di offrire città più fresche a 77 milioni di persone e riduzioni misurabili dell'inquinamento da particolato a 68 milioni di persone. 

Le città con alta densità di popolazione, elevati livelli di inquinamento e calore e un basso costo di piantumazione degli alberi hanno registrato il più alto ritorno sugli investimenti, in paesi come l'India, il Pakistan e il Bangladesh in vetta alla classifica mondiale. Un’operazione che avrebbe delle ricadute importanti per tutto il Pianeta. 

"Gli alberi possono avere un notevole impatto locale sui livelli di inquinamento e sulle temperature e possono salvare molte vite", afferma Rob McDonald, lo scienziato di The Nature Conservancy autore principale dello studio. "Da soli forse non possono risolvere tutte le sfide relative all'aria e al caldo urbano, ma sono una parte importante della soluzione".  

Qui potete leggere l'articolo orginale de La Stampa.it.

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